GROSSETO – “I lavoratori in nero scoperti dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Grosseto sono solo la punta di un iceberg, fatto da tante situazioni meno estreme, ma altrettanto gravi”. Commenta così Simone Gobbi, segretario generale di Fisascat Cisl Grosseto, la notizia relativa ai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza durante l’estate.
“Si tratta – continua Gobbi – di casi eclatanti, che rappresentano, per fortuna una eccezione e non la normalità, ma che sono segnali di pratiche scorrette purtroppo diffuse nella nostra provincia e che vanno punite e denunciate con forza, perché non è pensabile che un territorio a vocazione turistica, come il nostro, offra condizioni di lavoro inaccettabili per gli impiegati stagionali”.
Molto più diffuso del lavoro nero, sottolinea Fisascat Cisl Grosseto, è il lavoro cosiddetto “grigio”. “Ovvero persone che sono regolarmente contrattualizzate per un numero di ore più basso rispetto a quelle effettivamente lavorate, o ancora lavoratori a chiamata che di fatto operano quotidianamente, spesso senza turni di riposo. Si tratta di situazioni di cui abbiamo notizia, ogni anno, alla fine della stagione, quando tanti lavoratori si rivolgono a noi per cercare di veder riconosciuti i loro diritti e per aspirare ad ottenere i contributi delle ore effettivamente lavorate. Purtroppo, dimostrare che si è lavorato quando i contratti erano diversi non è facile e occorre prepararsi a sostenere lunghi procedimenti legali”.