GROSSETO – Cambio delle guardia al Polo Tecnologico Manetti Porciatti. Per la quarta volta nel giro di due anni, le leve dei comandi passano di mano e dalla professoressa Lucia Reggiani giungono al professor Claudio Simoni, al primo incarico di dirigenza. “Sono un umanista innovativo – si definisce così il neo dirigente scolastico del Polo Tecnologico Manetti Porciatti di Grosseto.
Romano di 58 anni, può vantare una laurea in Lettere conseguita a La Sapienza di Roma con il professore e filologo Scevola Mariotti e una trentina d’anni di ruolo alle spalle, una parte dei quali trascorsi dietro la cattedra e un’altra nella funzione di vicepreside. Insomma, una persona vocata alla scuola, di cui ha ricoperto tutti i ruoli, dal comitato di valutazione a quello di collaboratore del dirigente dal 1998 fino a due anni fa, quando lo è stato al liceo Classico e delle Scienze Umane, Benedetto da Norcia di Roma. Una persona dunque che ha vissuto la scuola dietro le quinte e poi in prima linea, conoscendola in profondità.
“Devo ammettere – commenta candidamente – di sentirmi come un alunno al primo giorno di scuola. Sono emozionato, ma con una incredibile carica di adrenalina addosso.” Infatti, non ha perduto neppure un minuto e allo scoccare delle otto del primo di settembre si è presentato nella sede di via Brigate Partigiane, per prendere regolare servizio, come hanno fatto gli altri suoi colleghi neo assunti, ed espletare le formalità di rito.
“Preventivamente – racconta – ho avuto un incontro con la collega Reggiani per capire il Polo Tecnologico da chi lo aveva vissuto per un anno. Così, appena arrivato, mi sono messo immediatamente a lavoro, cercando di comprendere le dinamiche e i meccanismi che governano questo Istituto, che ho espressamente scelto. Mi affascinava – ammette – il fatto di misurarmi con una realtà tra le più innovative a livello nazionale. Ero a conoscenza del suo blasone conquistato sul campo ed io, di estrazione completamente umanistica ma con una spiccata propensione alla innovazione, ho sentito l’attrazione incredibile nel diventare il nocchiero di questa realtà, così tecnologicamente avanzata e apparentemente distante dalla mia forma mentis. Forse avevo bisogno di stimoli nuovi, della ricerca di una realtà che tirasse fuori la parte più razionale di me stesso. Per queste ragioni credo fermamente, e i primi contatti lo dimostrano, che il Polo Tecnologico sia in tal senso la scuola giusta.”
Il neo dirigente auspica per sé stesso una crescita e che il Tecnologico diventi un polo importante per la città e non solo. “Inoltre – aggiunge – spero di essere all’altezza dei compiti e di includere tutti gli ambiti della scuola in questa crescita. La mia vorrà essere una leadership condivisa, sebbene mi consideri un buon organizzatore di risorse umane e soprattuto un esperto nella gestione dei conflitti, grazie alla mia decennale esperienza di vicario. Una mia caratteristica ? Sicuramente, quella di pormi sempre in atteggiamento critico nei confronti di me stesso.”
Fondamentale il tema dell’inclusione, del disagio e del potenziamento delle eccellenze, punto nodale che si è posta la scuola, ma anche quello di essere soggetto aperto al territorio e alle sue realtà. “Ognuno – conclude – deve trovare una scuola che sia consapevole e tenga conto delle singole esigenze formative. Certo che il cambio continuo di dirigenza non aiuta la crescita e la stabilità. Per questo rassicuro circa il fatto che la mia vorrà essere una permanenza duratura.”