CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – La quarta edizione del G20spiagge, che si è tenuto lo scorso 1 e 2 settembre a Jesolo, dove erano presenti per Castiglione della Pescaia sia esponenti della Giunta comunale, che rappresentanti delle associazioni di categoria della cittadina balneare, ha chiuso i lavori lanciando la proposta di legge per istituire lo status di “città balneare”.
Al summit dedicato al turismo balneare, i sindaci delle più importanti località turistiche costiere italiane hanno elaborato insieme a esperti, docenti universitari un documento che raccoglie tutti i problemi del settore e le possibili soluzioni, oltre che approvare la bozza di una proposta di legge affinché il Governo italiano riconosca ufficialmente la condizione particolare di queste località.
Il principale elemento in comune tra tutte è infatti il macroscopico divario che si crea tra il numero di residenti e il numero di presenze turistiche in un periodo molto ristretto dell’anno, che determina il cosiddetto “effetto fisarmonica”. Il testo si sviluppa a partire dai dati raccolti nel contesto dell’Osservatorio dei Comuni balneari realizzato dal Dipartimento di economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel documento, i Comuni del G20s manifestano la necessità di poter adottare strategie che tengano in maggiore considerazione le specifiche peculiarità che contraddistinguono queste destinazioni e quindi idonei strumenti d’intervento progettati su misura.
La pressione straordinaria che queste località vivono non solo influisce sulla domanda di servizi pubblici complessivi, ma determina una serie di altri costi e oneri che molto spesso sfuggono alle transazioni di mercato o alla fiscalità locale. Ciò si traduce in una limitata possibilità di manovra da parte delle amministrazioni locali a intervenire a causa di dotazioni organiche e finanziarie inadeguate, in quanto parametrate alla popolazione stabilmente residente e non a quella temporanea. Senza considerare che questi stessi Comuni si trovano a dover gestire aree importanti di demanio marittimo che, pur rappresentando il principale elemento di attrazione turistica, richiedono al contempo una costante e dispendiosa attività di manutenzione e protezione.
Da qui le richieste delle località che compongono il network del G20s: la presa d’atto e il formale riconoscimento dello status giuridico di “città balneare” consentirebbe di definire un quadro normativo organico con l’eventuale attribuzione di ulteriori funzioni amministrative e di adeguate risorse finanziarie con una revisione dei parametri per il calcolo del fondo di solidarietà comunale. La “città balneare”, in particolare, avrebbe maggiori competenze nelle materie di ordinamento degli enti locali, turismo, sicurezza e ordine pubblico, gestione dei rifiuti, delle acque, del demanio marittimo, tutela dell’ambiente e del territorio ed in particolare al contrasto all’erosione delle coste.
«Questo riconoscimento – spiega Il sindaco Giancarlo Farnetani presente al summit con i propri assessori: Elena Nappi, Susanna Lorenzini e Walter Massetti – garantirebbe alle città balneari il vantaggio di vedersi affermare la loro forza e capacità di essere una delle economie portanti del paese quindi anche di dare maggiori risposte ai cittadini e ai tanti ospiti che ogni anno riescono ad attrarre Tra i nuovi strumenti penso a piante organiche che assicurino la disponibilità di personale adeguata a fornire risposte tempestive ai bisogni soprattutto nella parte della polizia urbana».
I rappresentanti delle località balneari intervenuti al G20s hanno assunto altre due fondamentali decisioni per il futuro del network e il conseguente sviluppo strategico delle città. Innanzitutto, i componenti della rete hanno stabilito che sarà Riccione la sede ospitante della prossima edizione del summit: la località balneare romagnola raccoglierà così il testimone da Jesolo per la quinta edizione del summit, nato a Bibione nel 2018 e svoltosi successivamente a Castiglione della Pescaia e a Vieste. Anticipato, inoltre, lo svolgimento dell’evento che nel 2022, si terrà a marzo anziché a settembre come è stato finora. Inoltre i sindaci del G20s hanno rinnovato il protocollo d’intesa che impegna le amministrazioni a partecipare al network, ma anche a sostenere l’iter della proposta di legge per i prossimi quattro anni.
Lo studio dell’Osservatorio dei Comuni balneari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, punto di partenza delle discussioni del G20s, mette a confronto le località balneari con altre destinazioni turistiche e le più importanti città italiane sulla base di alcuni aspetti legati all’accoglienza degli ospiti, ponendo così in luce le caratteristiche peculiari delle città della costa. Uno degli elementi considerati è il tasso di ricettività totale, dato dal numero di posti letto totali per 1.000 abitanti. In termini di offerta, i comuni turistici italiani si attesta su una media di 680 per 1.000 abitanti, mentre nelle località del G20s la presenza media sale vertiginosamente a 2.471. Sotto l’aspetto delle strutture ricettive, poi, i Comuni turistici italiani contano mediamente 76 posti letto per km quadrato, mentre in quelli del G20s si sale a 829. Infine, nei Comuni turistici d’Italia si registrano 47 presenze di ospiti per ciascun residente, mentre a ciascun abitante delle località facenti parte del G20s corrispondono 171 turisti: il dato, se messo in relazione alla superficie comunale, parla di una media di 6.958 presenze per ogni km quadrato nei territori turistici del Belpaese che schizza a 74.716 per sui territori del G20s. Per quanto riguarda il tema rifiuti, lo studio mette in luce un’elevata attività di pulizia strade nei Comuni G20s con 0,0198 tonnellate di rifiuti per abitante, rispetto alle 0,0068 tonnellate per abitante di altri Comuni turistici italiani.