ISOLA DEL GIGLIO – Un’importante iniziativa per la salvaguardia dell’ecosistema marino è nata all’Isola del Giglio, grazie alla collaborazione tra la Guardia Costiera, enti locali e le associazioni Underwater Pro Tour Aps (Upt) e Marevivo.
Il progetto si propone di esplorare i fondali attorno all’Isola del Giglio, attraverso una dozzina di interventi che andranno avanti fino al 2022, per censire e fotografare tutti i relitti o rifiuti ingombranti come ad esempio resti di imbarcazioni, motori, copertoni ovvero attrezzi da pesca abbandonati, come le reti fantasma c.d. “ghost fishing”, per la successiva rimozione.
Come ormai noto, ogni giorno le reti abbandonate uccidono migliaia di pesci, cetacei, tartarughe e distruggono le varie forme di vita vegetale e animale che vivono sui fondali o nelle sue prossimità.
Trattandosi, essenzialmente, di reti in nylon, con il passare del tempo ed in seguito al movimento delle acque, i materiali si degradano, dando luogo alla trasformazione in microplastiche, dannosissime per l’ecosistema e la catena alimentare.
Le finalità dell’iniziativa concretizzano uno degli obiettivi istituzionali perseguiti dal Corpo delle Capitanerie di porto che, come noto, è già attiva da tempo in una campagna ambientale tesa alla rimozione delle “reti fantasma”.
Ed è per questo che la Guardia Costiera ha offerto un ampio contributo al progetto assicurando lo svolgimento in sicurezza delle operazioni, tramite l’impiego del personale ed i mezzi dell’Ufficio locale marittimo del Giglio.