GROSSETO – La Funzione pubblica della Cgil torna a segnalare con forza la sorte ancora in bilico la Scuola di mascalcia situata presso il Centro militare veterinario (Cemivet) di via Castiglionese, che nei piani del ministero della Difesa potrebbe essere trasferita nel Lazio, a Montelibretti (Roma).
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«Non è comprensibile – spiega Salvatore Gallotta, segretario della Fp Cgil di Grosseto – il motivo oggettivo del trasferimento di un ente che opera a Grosseto da 150 anni, e che ha contribuito a formare molte generazioni di maniscalchi. Ottenendo nel tempo riconoscimenti unanimi per la qualità del lavoro svolto, e garantendo sbocco occupazionale a molti professionisti formati a Grosseto, provenienti anche da altre zone d’Italia, impiegati nella filiera allevatoriale, degli sport equestri e del trekking turistico.
Non comprendiamo, peraltro, l’immobilismo del responsabile del reparto di veterinaria dell’Esercito, anche a seguito delle sollecitazioni fatte dal responsabile del comando Cemivet su nostra richiesta. Il reparto di veterinario dimostra con questo atteggiamento poca trasparenza, scarso interesse al mantenimento a Grosseto di eccellenze storiche e una irrilevanza gerarchica nel sostenere le specifiche professionalità che verrebbero disperse in maniera definitiva.
La funzione pubblica della Cgil intravede in questa acquiescenza da parte delle gerarchie superiori dell’Esercito la volontà di arrivare per sfinimento allo smantellamento delle attività istituzionali e storiche del Centro militare veterinario di Grosseto.
Da una parte, infatti, si continua nella riduzione del personale civile, tagliando lavoro pubblico, quando annualmente va in quiescenza, a volte sostituendolo con personale privo di competenza specifica. Dall’altra, non possiamo che constatare un deperimento organizzativo del lavoro, inesorabile. Tutto ciò conseguenza della mancanza di visione sul ruolo del Cemivet, da parte di chi ha funzioni direttive.
Vogliamo augurarci – conclude Gallotta – che la politica si stia accorgendo del problema, e intervenga in maniera decisa per tutelare sia la continuità della scuola che il lavoro di molte persone».