SCARLINO – Il 2 settembre 1849, ovvero 172 anni fa, Garibaldi si imbarcò alle ore 10 del mattino dallo scoglio di Cala Martina per dirigersi in Liguria a Porto Venere. Ecco il ricordo dei fatti principali dal 2 luglio al 31 agosto 1849.
Garibaldi parte da Roma il 2 luglio 1849, ove non può continuare la difesa della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio 1849. Con lui c’è la moglie Anita in stato di gravidanza. Lo seguono oltre 3.000 volontari.
Passa da Terni ed entra in Toscana, ove però non trova accoglienza ed aiuto. Garibaldi si propone quindi di raggiungere Venezia per aiutare Guglielmo Pepe ed i tanti patriotti che combattono ancora contro l’esercito austriaco.
Fa una breve sosta a San Marino ed il 1 agosto è a Cesenatico, ove si impossessa di 13 pescherecci con l’intenzione di raggiungere Venezia. Le navi da guerra austriache però lo intercettano e lo fanno sbandare. In pochi riescono a salvarsi sulla spiaggia di Magnavacca (oggi chiamata Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara). Qui Garibaldi ordina ai suoi seguaci di disperdersi e porsi in salvo. Garibaldi resta con Anita, ormai stremata e con la febbre addosso. Con i due c’è sempre il fedele capitano Leggero.
Anita non ce la fa. Muore il 4 agosto. Garibaldi, con il cuore gonfio di pianto, è però costretto a fuggire subito, braccato dagli austriaci.
Il 22 agosto Garibaldi e Leggero arrivano a Modigliana ove incontrano il prete don Giovanni Verità che dà loro assistenza e protezione. Il 24 agosto, accompagnati da una guida, Garibaldi e Leggero si incamminano per attraversare l’appennino ed arrivare in Piemonte per salvarsi dagli inseguitori. Ma invece, passate le montagne, i due fuggiaschi si trovano in Toscana.
Dal 25 al 31 agosto Garibaldi viene aiutato da molti patriotti toscani ad attraversare tutta la Toscana per le province di Firenze, Siena, e Pisa, passando per Prato e Poggibonsi, transitando presso Volterra e Pomarance.
La sera dell’1 settembre alle ore 23, Garibaldi e Leggero passano al bivio di Monterotondo Marittimo, entrando così nel territorio grossetano.
Un’ora dopo saranno ai piedi del colle di Massa Marittima, ove incontreranno i patriotti massetani che li accompagneranno a Casa Guelfi nel piano di Scarlino. Da qui, assistiti dai volontari scarlinesi, Garibaldi e Leggero arriveranno a Cala Martina per imbarcarsi, sani e salvi, la mattina del 2 settembre 1849.
Se gli ultimi scogli di Cala Martina (oggi nel Comune di Scarlino, nel 1849 in quello di Gavorrano) non avessero offerto a Garibaldi la via del mare liberatore, la storia non avrebbe avuto gli scogli gloriosi di Quarto.
(Luigi Socini Guelfi, 1999).