FOLLONICA – “Settembre. Possiamo cominciare a fare dei bilanci della stagione che comunque deve ancora finire. Io faccio il mio:
Follonica è una città sconfitta”, a dirlo è Marco Stefanini dell’associazione La Duna.
“Avrà vinto sotto l’aspetto economico (non trascurabile, certo) ma ha avuto un tracollo sotto tutti gli altri aspetti – prosegue -. Mi dispiace immensamente dirlo ma le aggressioni, alcune gravissime, la cosiddetta malamovida, la tenuta della città sotto gli aspetti del decoro e della pulizia, la necessità di creare soggetti preposti al controllo delle spiagge di notte, la drammatica insufficienza della presenza delle forze preposte al controllo hanno dimostrato che non ci siamo assolutamente.
L’anno scorso certi fenomeni, anche se meno gravi, potevano essere imputati alla mancanza di una guida politica, alla presenza del commissario (che comunque non ha certo sfigurato). Quest’anno la guida “ufficiale” c’era, ma la situazione non è certo migliorata. Posso testimoniare personalmente che il sindaco si è dato da fare, e con lui altri amministratori, ma evidentemente c’ è qualcosa che non funziona nella macchina “comune”.
A tutti piacerebbe una città bella, pulita, sicura. Non si riesce a capire perché quando dalle parole si passa ai fatti diventa tutto impossibile, le cose più semplici diventano vette irraggiungibili. Adesso bisogna lavorare per continuare la stagione, allungarla (davvero, non a chiacchiere come tutte le volte). Bisogna lavorare per rendere questa città più sicura, aldilà dei confini ideologici: come scrivono oggi i giornali, a Follonica è chiaro che è in corso una guerra per il controllo del mercato dello spaccio di droga, una guerra senza esclusione di colpi. La città deve espellere, idealmente e fisicamente questo fenomeno. Ricompare l’eroina e chi è della mia generazione o giù di lì ricorda benissimo le tragedie che causò negli anni a cavallo tra il 70 e l’80.
Riprendiamoci la città, tutti i follonichesi insieme. Non lasciamo che i prepotenti, gli arroganti (tutti, non solo i delinquenti classici) possano continuare a fare quello che vogliono. Cerchiamo di avere un sussulto di orgoglio, l’amministrazione ascolti, trovi soluzioni, faccia cambiamenti. Qui viviamo e qui vogliamo vivere. Non ce lo rendete impossibile”, conclude Stefanini.