GROSSETO – Si sono svolte ieri, 24 agosto, presso la guarnigione di Grosseto, le celebrazioni per ricordare l’epica carica di Isbuschenskij svoltasi in terra di Russia 79 anni fa.
Nel pieno rispetto delle direttive connesse alla situazione emergenziale, le cravatte rosse hanno omaggiato gli eroi di un tempo, esempio di fedeltà, coraggio e sprezzo del pericolo, rievocando i momenti in cui “Savoia Cavalleria” guadagnò l’oro della medaglia al valore militare che decora il trisecolare stendardo.
Il 105esimo comandante, colonnello Domenico Leotta, nel suo discorso ha detto: «È il senso del dovere che ha sempre guidato le azioni dei cavalieri di Savoia. Anche oggi, noi idealmente carichiamo ogni qual volta ci viene dato un compito e, con disciplina, entusiasmo e senso di responsabilità, lo portiamo a termine nel migliore dei modi. Al riguardo, mi si conceda di evidenziare l’impegno del reggimento nel contrasto alla pandemia da Covid 19: nostro personale medico ha, infatti, operato per mesi nelle aree più colpite dal virus, nostri mezzi hanno contribuito alla bonifica di edifici pubblici della provincia di Grosseto, la guarnigione è stata resa disponibile ad ospitare un centro vaccinale, realizzato con nostro materiale, che sta operando interrottamente dal 25 aprile scorso e nel quale sono state ad oggi somministrate circa 34.000 dosi di vaccino a favore dei cittadini della maremma. Siamo orgogliosi di poter rispondere alle esigenze della Nazione e ai bisogni dei cittadini. Ovunque la patria ha chiamato Savoia ha riposto con umiltà e con disciplina, valori questi che i cavalieri di ogni tempo ci hanno trasmesso e che noi, con la stessa dedizione, ci impegniamo a trasmettere alle nuove generazioni».
Segno tangibile di stima e affetto per il reggimento, la presenza dei rappresentanti delle Associazioni Nazionali “Arma di cavalleria” e “Paracadutisti d’Italia” a rimarcare la doppia natura, nello spirito e nella sostanza, di “Savoia Cavalleria”. Il reparto, unico del suo genere, dopo un percorso altamente professionalizzante rappresenta la pedina esplorante della Brigata paracadutisti “Folgore”, alla quale mette a disposizione, inoltre, la potenza di fuoco delle proprie blindo “Centauro”, conferendo ulteriori potenzialità alla grande unità elementare.
Intensa ed emozionante la rievocazione della carica che ha affascinato le autorità intervenute: «Ore 6.30, quando ancora il sole non ha disperso la rugiada del mattino, dopo due temerarie cariche ed un audace assalto appiedato si conclude il combattimento di Isbuschenskij, tre ore di asperrima lotta che hanno visto “Savoia” mai arroccato in difesa come ci si sarebbe potuto aspettare di fronte a forze quadruple rispetto alle sue e pesantemente armate, bensì andando alla caccia dei quasi tremila nemici, sgretolando le loro linee di difesa, battendoli e rigettandoli infine in una umiliante e disordinata fuga».
Nel lontano 24 agosto 1942, uno di quei tanti nomi russi, quasi illegibili e impronunciabili per gli italiani, diventerà sinonimo di indiscusso valore. Lì sono caduti giovani italiani, lì hanno combattuto con onore centinaia di uomini, coesi e fieri, lì affonda parte delle sue radici il reggimento che oggi, nel 2021 affronta le nuove sfide con immutato entusiasmo.