SCARLINO – “Ringraziamo il Signore che qualcuno ci ha annunciato il Vangelo e siamo gioiosi di poter credere nel Signore Gesù Cristo mi ha reso una persona felice: ognuno lo ripeta dentro di sé; lo senta come una parola che risuona nella propria coscienza”. Lo ha detto il vescovo Giovanni, che ieri mattina a Scarlino ha presieduto le celebrazioni per i 250 anni dalla beatificazione di frate Tommaso Bellacci, frate francescano, missionario ed evangelizzatore della Maremma”.
È stata, dunque, una mattina di festa per l’intero paese e per le due comunità parrocchiali (Scarlino s Scarlino scalo), iniziata con un breve processione dalla chiesa di San Martino fino alla parrocchiale di San Donato. Presenti il sindaco Francesca Travison, autorità civili e militari, padre Roberto Bellato, segretario della Provincia Toscana dei Frati Minori, la Filarmonica città di Grosseto e tanta gente.
Giunti all’esterno della chiesa di San Donato è stata scoperta e benedetta la statua del beato, scolpita a Pietrasanta dagli artisti Massimo Galleni e Giancarlo Buratti. Sempre nell’occasione è stato eseguito l’inno al beato Tommaso, composto dal maestro Maurizio Morgantini, direttore d’orchestra, pianista, compositore e direttore artistico dell’associazione “Amici della musica” di Massa Marittima, e dal parroco di Scarlino-Scarlino scalo don Josè Gabazut. La composizione è stata realizzata utilizzando il testo di un antico sonetto, il cui originale è conservato presso la biblioteca comunale “Francesco Cini” di Osimo (Ancona).
Felice il parroco don Jose, che al termine della Messa ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per ricordare questo significativo anniversario. “Questa festa – ha detto – ci lascia un messaggio molto importante: la santità non è una cosa da museo, ma è un invito che il Signore continua a rivolgere a ognuno di noi”.