MARINA DI GROSSETO – “Questa mattina (domenica 15 agosto, ndr) siamo stati sul Lungomare di Marina di Grosseto a portare la voce dei lavoratori e delle lavoratrici che sistematicamente vengono sfruttati nella stagione estiva, con paghe da fame e orari prolungati oltre i massimi contrattuali, assenza di giorni liberi e mancanze sul fronte della sicurezza sul lavoro”. A parlare è Matteo Di Fiore, candidato a sindaco di Potere al Popolo per Grosseto.
«Dinamica che si ripropone sulle coste di tutto il paese, in cui il lavoro nero e grigio diventa sempre più abitudinario. È necessario una volta per tutte rompere e ribaltare la retorica dei “furbetti”, con cui si attacca chi preferisce forme di reddito di base, seppur minimali, invece di essere disposto ad essere sfruttato. I furbetti sono quegli imprenditori che eludono le tasse e che non rispettano i contratti collettivi nazionali,
come dimostrato in più occasioni dalle autorità competenti».
«Siamo di fronte ad un modello di turismo socialmente e ambientalmente insostenibile; oltre allo sfruttamento intensivo dei lavoratori c’è anche quello del territorio, con una produzione di rifiuti per abitante che aumenta di più del 20% in estate rispetto al resto dell’anno. Continua la privatizzare di pezzi di spiaggia libera, messi al bando, continuando a togliere alla collettività un bene pubblico e fondamentale al fine di concederlo al profitto privato. Questo è il modello del “Brand Maremma”, sponsorizzato e portato avanti sotto la guida di Vivarelli Colonna; noi crediamo invece che sia necessario cambiare paradigma, che si possa vivere con il turismo e non di e per il turismo; crediamo che la ricchezza accumulata nella stagione debba essere redistribuita sul territorio. Andando a finanziare, anche attraverso le tasse di soggiorno, i servizi pubblici essenziali completamente rimossi dalle frazioni e dai borghi invasi nella stagione estiva. Servizi quali ambulatori pubblici, scuole primarie, asili comunali, e trasporti pubblici».
«La linea portata avanti sul nostro territorio, fatta di aggressione ai diritti dei lavoratori e all’ambiente, è la stessa portata avanti dal Governo Draghi, insieme alla Confindustria e con la complicità dei sindacati confederali dimostrata nello sblocco dei licenziamenti, arrivati già a decine di migliaia. Serve un cambio di paradigma rispetto ad un modello di predazione selvaggio, prendendo ad esempio la volontà di riscatto dimostrata da quei lavoratori e quelle lavoratrici che non ci stanno ad abbassare la testa: resistere si può, e si deve, come dimostrano lavoratrici e lavoratori della GKN a Firenze. La lotta è l’unica strada contro un sistema fatto di oppressione e sfruttamento».