SAN GIOVANNI DELLE CONTEE – È stata inaugurata un anno fa, alla presenza dell’allora presidente del consiglio regionale (e non ancora governatore) Eugenio Giani. È l’osteria di Maccalè, una delle attività della cooperativa di comunità sorta a San Giovanni delle Contee. È la cooperativa a gestire l’osteria, che al momento l’unico punto di aggregazione del paese.
leggi anche
Come tanti paesini dell’entroterra anche San Giovanni (che si trova nel comune di Sorano) si stava spopolando, la gente voleva vendere le case, e nessuno voleva comprarle.
La cooperativa ha dato nuova vitalità al paese: ci sono alcuni nipoti dei vecchi paesani che sono tornati (almeno d’estate) e c’è uno splendido albergo diffuso, che ha messo a reddito le vecchie e suggestive case, facendo girare l’economia.
Poi ci sono comunità di stranieri, inglesi e tedeschi perlopiù, che hanno “colonizzato” poderi e casali, facendone piccoli borghi. «Durante il lockdown sono stati la nostra salvezza – ricorda Tiziana Peruzzi presidente della cooperativa – mi ordinanavano anche dieci acquacotte a pranzo, oltre al resto del cibo da portar via».
E così, nel luogo dove, quando ero piccola, si trovava un vecchio bar fumoso con i vecchietti a giocare a carte tra bestemmie e qualche sbronza, dopo la chiusura è nata l’osteria di Maccalè (www.facebook.com/osteriamaccale), un ristorante di cucina tradizionale, a cavallo tra Toscana e Lazio.
Un nome singolare, quello scelto per l’osteria. Quando ero piccola c’era una casupola, un pollaio, tra casa di mia nonna e San Giovanni, e si chiamava proprio la capanna di Maccalè. Io non l’ho mai conosciuto, anche perché è morto alla fine degli anni 50, ma doveva essere un bel tipo se dopo tanti anni ancora se ne ha memoria.
Maccalè era un soprannome, il suo vero nome era Felice Orienti. «Si arruolò per il “soldo” e la promessa di terra in Abissinia nel 1936 – raccontava Zeffiro Ciuffoletti che lo scorso anno aveva curato una mostra a lui dedicata -. Quando ritornò a casa, senza terra in Africa, gli fu dato il nome di “Maccalè”, dal forte italiano costruito nel 1895 dal generale Baratieri nei pressi del villaggio di Macallè (questo il nome giusto). Una volta a casa tornò a occuparsi dei propri campi».
Alla sua morte, sulla sua tomba furono incise tre parole “Semplice, Buono, Generoso”. Tre parole che si attagliano bene al progetto della cooperativa sociale di San Giovanni delle Contee.