GROSSETO – Il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti tutti. Anche noi. Gli eventi e le catastrofi naturali sempre più frequenti lo dimostrano. Possiamo, come ha fatto Vivarelli Colonna, assistere passivi e rassegnati oppure partendo da un giusto allarme astrarlo in dalla realtà delle cose, dalle azioni possibili gestendo l’emergenza climatica con la clava di un superficiale populismo.
Io ritengo che entrambe gli approcci siano pericolosi e, proprio alla concreta emergenza che abbiamo di fronte debba corrispondere una presa di responsabilità forte a tutti i livelli comprese le città.
Anzi, il ruolo della città – a mio parere – è quella di guidare e favorire lo sviluppo di un’economia sostenibile attraverso soluzioni innovative che possano contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Come dimostrato dai più recenti studi la crescita di un territorio e l’incremento della qualità della vita dei cittadini è oggi possibile solo se l’ambito economico, sociale e ambientale vengono affrontati con un approccio integrato.
La città gioca un ruolo critico nella riduzione delle emissioni e nello sviluppo di politiche per affrontare la crisi climatica. Cosa possiamo/dobbiamo fare: Contribuire al raggiungimento degli obiettivi di lotta al cambiamento climatico in coerenza con l’Accordo di Parigi e il New Green Deal Europeoe raggiungere obiettivi comuni e ambiziosi in materia di riduzione di emissioni. Costruire una città resiliente capace di adattarsi e ridurre i rischi provenienti dal cambiamento climatico. Migliorare la qualità della vita per tutta le popolazioni della città. Sostenere l’economia localeLa sfida al cambiamento climatico è un impegno decisivo per il futuro della città e del pianeta, ma anche l’occasione di riqualificazione ecologica e di miglioramento dello sviluppo locale e del benessere dei cittadini che può avvenire tramite un percorso delineato con obiettivi definiti e condivisi. Promuovere un nuovo protagonismo delle città per la transizione climatica è investire realmente nel futuro della propria popolazione controllando e monitorando realmente la qualità locale e utilizzando gli strumenti finanziari provenienti dal PNRR per realizzare progetti locali che favoriscono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.
«Aumentare l’impegno per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in linea con quelli che sono gli obiettivi climatici europei di riduzione dei consumi di energia e crescita della quota di rinnovabili vuol dire Puntare su una mobilità urbana più sostenibile attraverso la decarbonizzazione dei trasporti e la riduzione dell’utilizzo delle auto circolanti in città: Promuovere l’economia circolare decarbonizzata: il modello economico lineare è un modello ormai sorpassato anche per quanto riguarda le città. Per promuovere l’abbattimento delle emissioni e arrivare alla neutralità climatica è necessario coinvolgere sia la parte relativa a consumi che quella relativa alla produzione. Aumentaregli strumenti per gli assorbimenti di carbonio: il raggiungimento delle emissioni nette zero oltre a passare da un taglio delle emissioni deve essere accompagnato da programmi di assorbimento delle emissioni di CO2 che prevedano assorbimenti di CO2 nei suoli, nei sistemi forestali e nelle infrastrutture verdi. L’attenzione è rivolta anche allo sviluppo tecnologico e di materiali di cattura esequestro delle emissioni. Il “coraggio” del futuro passa da scelte chiare e decise. Azzerare il consumo di suolo, non è, ad esempio, un’utopia e neppure un vulnus all’economia se iniziamo a realizzare realmente la rigenerazione urbana e nel contempo recuperare, bonificare, rinaturalizzare suoli, aree urbane e periurbane degradate, aumentando la loro capacità di essere serbatoi di stoccaggio di carbonio. A questo riguardo un Comune che pensi al futuro può promuovere l’impiego in edilizia di materiali, componenti e sistemi artificiali atti alla cattura, sequestro e stoccaggio della CO2 attraverso gli strumenti che l’innovazione tecnologica ci mette a disposizione oggi. Così come pensare al verde pubblico non è semplicemente un’operazione di manutenzione estetica ma un uso del verde come strumento concreto di lotta alla CO2 attraverso l’incremento dei parchi e dei giardini, le dotazioni di alberature stradali, la realizzazione di pareti e coperture verdi».