CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – «Dieci anni di silenzio assordante del centrodestra e a due mesi dalle elezioni pensano di poter recuperare il tempo perso, ma prima dovrebbero conoscere i fatti e poi… lasciar perdere». Giancarlo Farnetani, sindaco di Castiglione della Pescaia, risponde alla dichiarazioni del candidato alla carica di primo cittadino del centrodestra sul Centro per la cura dei disturbi alimentari che è stato realizzato a Casa Mora.
«Il centrodestra rivendica la paternità dell’intervento – continua Farnetani – solo per aver sottoscritto il protocollo, che sostanzialmente sanciva otto anni di fallimento e dopo che la Regione Toscana ebbe ad inserire nel piano sanitario regionale un progetto speciale di “interesse regionale” intitolato “Alimentazione e salute”. Il fallimento fu sancito con l’acquisto dell’immobile nel 2005, obbligandosi a realizzare un polo socio-sanitario all’interno di un progetto di partnership con altri soggetti specializzati nel settore e con l’eventuale creazione di una società pubblico-privata in cui il Comune avrebbe continuato a mantenere una posizione di controllo».
«La storia – aggiunge il sindaco – può essere ricostruita facilmente. Gli atti che cito sono tutti depositati all’interno degli archivi comunali e possono essere sia consultati che richiesti in copia. Il Consiglio comunale nel marzo 2002 avanzò la richiesta di acquisto del complesso immobiliare in località Casa Mora di proprietà della Regione Toscana per la realizzazione di un presidio di riabilitazione intensiva per i pazienti ospedalizzati in day-hospital ed extra ospedalieri. La Giunta comunale nell’agosto 2004 ha affidato un incarico all’avvocato Giuseppe Nicosia per definire la pratica relativa all’alienazione dell’immobile. Nell’aprile del 2005 il Consiglio comunale confermò la volontà di acquisizione dichiarando che l’acquisto è strettamente funzionale al perseguimento dei fini istituzionali dell’Ente obbligandosi a realizzare un polo socio-sanitario all’interno di un progetto di partnership con altri soggetti specializzati nel settore e con l’eventuale creazione di una società pubblico-privata in cui il Comune avrebbe continuato a mantenere una posizione di controllo. Per effetto della volontà espressa, la Regione Toscana, valutò la riduzione del 50% della somma prevista dalla perizia di stima definita in 1milione e.822 mila euro, con conferma del costo a carico del Comune di 911mila euro. Nel 2005 la Giunta Faenzi confermò le delibere andando alla stipula della compravendita».
«Il Comune – ripercorre le fasi Farnetani – si obbligava a realizzare il progetto indicato nell’atto di compravendita. La mancata approvazione del progetto esecutivo dell’intervento ed il mancato inizio dei lavori entro tre anni dalla data di sottoscrizione dell’atto di compravendita comporta, per l’Amministrazione acquirente, il pagamento alla Regione Toscana dell’ulteriore 50% del valore di stima oltre gli interessi legali dalla data di stipula del contratto. L’immobile in questione dovrà mantenere tale destinazione e non potrà essere alienato o comunque ceduto dal Comune per almeno dieci anni dalla data di conclusione dei lavori.».
«Arriviamo a dicembre 2009 – spiega il sindaco – e con delibera di Consiglio, fallito il progetto del Comune, viene approvato lo schema di accordo di programma per manifestare l’interesse dell’amministrazione a vedere costruito sul proprio territorio un centro per la erogazione di prestazioni sanitarie a tutela della salute dei cittadini, il tutto in linea con il Piano sanitario regionale che prevede un progetto speciale di “interesse regionale” intitolato “Alimentazione e salute”. A marzo 2010 l’assise consiliare è favorevole alla trasformazione dell’accordo con Regione e Asl, trasformandolo in “Protocollo di intesa”. Con lo stesso atto si autorizzava la cessione dell’immobile alla Azienda Asl 9 e con questa convenzione si prevedeva la realizzazione di una nuova struttura ospitante il centro per la cura dei disturbi alimentari».
«La compravendita – chiarisce Farnetani – fu repertoriata nel mese di luglio dello stesso anno, cedendo l’immobile alla Asl, che si impegnava a destinare i fabbricati per la realizzazione di un apposito Centro residenziale per la cura dei disturbi alimentari».
«Con questo ultimo atto – dice ancora il primo cittadino castiglionese – la Asl si impegna alla realizzazione del Centro per la cura dei disturbi alimentari. Quindi paternità alla Asl e meriti alla Regione per aver previsto il progetto nel Psr e finanziato completamente senza oneri per il Comune sia di costruzione che di gestione e soprattutto perché la struttura sarrebbe rimasta in mano pubblica».
«Tutto fatto? Assolutamente no. Purtroppo – commenta il sindaco – le modalità per la realizzazione dell’intervento non erano state previste negli strumenti urbanistici. Il piano strutturale, approvato nel 2010, all’articolo 34 non prevedeva la possibilità di ampliamento di quei volumi esistenti, ma era anche stata posto erroneamente all’interno delle norme del sub sistema “R” della costa delle Rocchette, mentre i fabbricati in oggetto, nel frattempo ceduti alla Azienda Usl, sono ubicati nel Sistema territoriale dei rilievi di Poggio Ballone, Tirli, Monte Alma e dei poggi di Vetulonia – subsistema di Pian di Rocca e Tavernelle, normati agli articoli 27 e 29 delle norme di piano strutturale. L’iter di modifica dello strumento urbanistico comunale ai fini della approvazione del progetto per la realizzazione di una struttura sanitaria nei fabbricati esistenti in località Casa Mora, fu avviato, dalla mia maggioranza, nel 2012 ed inoltre si evidenzia come il regolamento urbanistico adottato nel febbraio del 2011 non contenesse alcuna previsione in questo senso».
«L’accoppiata, prematuramente scoppiata, dei sottoscrittori della nota del centrodestra – mette in evidenza Farnetani – quando sostengono che con la mia elezione nel 2011 e fino al 2016 non si parlò più di quel progetto, forse in quel periodo non avevano evidenti interessi alla vita di questo paese, perché diversamente si sarebbero accorti che dal 2012, con l’avvio della variante generale al piano strutturale, definitivamente approvata nel 2014 e la relativa modifica del regolamento urbanistico gli uffici hanno provveduto al rilascio del permesso di costruire per la realizzazione dei lavori nel 2014 e le successive varianti. Otto anni per la sottoscrizione di un protocollo di intesa, poco più di due anni per l’iter urbanistico/edilizio».
«Io sono abituato – puntualizza Farnetani – a riconoscere i meriti degli altri. Apprezzo il lavoro svolto dalla maggioranza che mi ha preceduto ma solo con la mia giunta è stato possibile dare attuazione alle scelte regionali. Abbiamo sviluppato e consentito l’intervento, ampliando la struttura per renderla di “valenza regionale ed oltre” con 20 posti letto per attività terapeutiche e residenziali e 10 posti per la stesse attività in semiresidenziali, consentendo l’attivazione e l’implementazione di percorsi di prevenzione e cura che all’interno della ASL e del CoeSo sono già sviluppate.».
«Con l’occasione – conclude il sindaco – vorrei ringraziare l’impegno della Giunta Regionale e dei direttori della Azienda sanitaria Fausto Mariotti, Enrico Desideri e Antonio D’Urso, oltre ai tecnici della Asl e del Comune, che hanno lavorato e consentito la realizzazione del progetto».