GROSSETO – «Ieri a Marina di Grosseto il sindaco ha incontrato la cittadinanza per parlare di Carbon neutrality.
Tematica importante e urgente che il primo cittadino ha evidentemente conosciuto in questi caldi giorni d’estate».
Sull’argomento interviene la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Francesca Amore.
«Incredibile, Grosseto produce Co2 – dice -. In cinque anni nessun dibattito in consiglio, nessuna mozione portata dalla minoranza sulla riduzione della Co2, ha destato interesse alcuno in quest’amministrazione.
Anzi, l’idea di sviluppo urbano che ha spinto il primo cittadino in questi anni coincide con l’aumento di tal valore, ponendosi in perfetta antitesi con gli accordi comunitari che viceversa prevedevano una politica di abbattimento programmata nel tempo. Allora, alziamo il sipario sui famosi dati che ieri sono stati portati all’attenzione della città per voce del sindaco».
«Grosseto produce un valore di Co2 inferiore della media europea – prosegue Francesca Amore -: ovvio, è sempre stato così. Grosseto non è polo produttivo, non ha industrie, è sostanzialmente caratterizzata da una popolazione prevalente di dipendenti pubblici. Inoltre, da un decennio non cresce neppure demograficamente. Questo vantaggio sulle grandi realtà europee non comporta alcun esonero da parte di chi amministra la città nel perseguire gli obiettivi del Cop21 di Parigi del 2015.
Altro dato fuorviante è la produzione della Co2 di Grosseto al 2019: unico dato, questo, comunicato alla cittadinanza ieri, ovviamente perché dichiarare tal valore al 2017 e al 2018 avrebbe comportato una certificazione di fallimento progettuale visto che questo governo in tre anni ha aumentato, invece di diminuire, il valore della Co2, secondo gli stessi dati forniti dall’Università di Siena».
«Altra considerazione a margine valida per per il futuro – aggiunge la consigliera -: se vi diranno tra uno o due anni che la Co2 di Grosseto sarà finalmente diminuita, ricordatevi che per questo grande traguardo il grande merito non sarà da attribuire alle politiche di Vivarelli Colonna, ma a una conseguenza evidente dell’effetto covid sul pianeta.
Ecco perché non accettiamo che in campagna elettorale si parli di cose che non rientrano nel Dna di questi governanti, anche se, nonostante strida con il loro modus operandi, dovranno comunque capitolare (speriamo) davanti a questo obiettivo grazie alle politiche del Pnrr e ai suoi finanziamenti».