GROSSETO – «Non ci sono organizzatori, l’invito è arrivato via chat o sui social, sapevamo che ci sarebbe stata una fiaccolata contro il green pass e siamo venuti». È questa la risposta più o meno unanime di coloro che si sono riuniti in piazza Dante, sotto il palazzo comunale, per protestare. Nessuno vuole parlare o essere intervistato. In generale in molti c’è nervosismo e diffidenza, specie alla vista della stampa.
«Perché mi chiedi il motivo per cui sono qui? Chiedilo a quello con la mascherina, quello della Digos» una delle poche risposte. C’è chi è lì per manifestare ed esercitare il proprio legittimo diritto a protestare e chi sembra aver trovato il nemico e il colpevole di tutto nei giornalisti e nel sistema.
L’unico cartello è per il dottor Giuseppe De Donno, primario di pneumologia a Mantova e uno degli inventori della cura al Covid con il plasma iperimmune. Il medico si è suicidato ieri. Qualcuno però pensa che sia “stato suicidato”.
Assolutamente trasversale l’appartenenza politica: c’è un vecchio sesssantottino che racconta di aver sempre lottato per le libertà e c’è gente di destra. Qualcuno si mette in posa per la foto, come in genere accade nelle manifestazioni, qualcuno si gira di spalle, e qualche altro risponde alzando il suo telefonino e riprendendo chi fa le foto per la stampa tra le risatine degli astanti «Così dopo facciamo i nostri controlli e scopriamo chi siete», come fosse un segreto.
Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Paolo Serra, conferma: «Non ci sono organizzatori, mi è arrivato l’invito a partecipare in alcune chat». Poi si assume l’onere di chiedere il permesso di una nuova manifestazione, questa volta autorizzata, per sabato prossimo alle 18.30.
«Libertà, libertà» lo slogan urlato sotto il comune. Qualcuno è intollerante al fatto che non si possa parlare e far comizi, visto che non è stata richiesta autorizzazione per la manifestazione: «Non possono impedirci di parlare – grida una donna – questa è follia, c’è la libertà di pensiero. La libera informazione è protetta dalla Costituzione, questa è dittatura».
Ci si lascia dandosi appuntamento a sabato per una nuova manifestazione. «Porteremo un medico a parlare» assicura qualcuno degli intervenuti «Spiegherà come stanno davvero le cose».