PIOMBINO – «È surreale quanto scrive il segretario della federazione Pd. Al netto di ironie fuori luogo nel contesto di una situazione tanto drammatica per la città e per i lavoratori, il comunicato si sostanzia in due concetti. Il primo ci dice che Rimateria, definita necessaria e utile, è fallita a causa della campagna denigratoria che questa amministrazione ha condotto per solleticare la pancia di qualche comitato».
La lista civica Lavoro e Ambiente interviene sulla discarica Rimateria con una nota stampa.
«Il secondo ci dice – scrivono. – che ora verrà un soggetto privato che ripresenterà lo stesso vecchio piano industriale, che “avrà mani libere e si occuperà solo di fare profitto con i rifiuti”, senza che il controllo pubblico possa più far valere il disegno strategico del territorio e la sua salvaguardia. Siamo oltre l’assurdo e ci vuole tanto coraggio, perché è esattamente quello che è accaduto fino ad ora: soci privati hanno conferito rifiuti speciali per realizzare profitti. Si fa finta di non ricordare che la città tutta ha sonoramente bocciato il progetto delle nuove discariche e si nega quel minimo di autocritica necessaria dopo che, su questo dramma quegli stessi soggetti politici hanno perso un comune dopo 75 anni di maggioranza indiscussa».
«Inoltre il segretario omette di dire che i privati, detenendo la maggioranza nel cda, hanno gestito la società liberi da qualunque limitazione: il pubblico non aveva nessuna possibilità né di controllo né tantomeno di indirizzo, sia per Statuto sia perché Asiu è gestita da un liquidatore che si muove in totale autonomia.
Inoltre fa finta di non sapere che su quella discarica insistono le indagini di varie procure, compresa la Direzione Distrettuale Antimafia, che ci sono procedimenti penali in corso, che ci sono avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta, che ci sono indagini della Guardia di Finanza. Facciamo pure finta di non sapere e continuiamo a raccontare novelle.
“Ora I comitati saranno contenti” scrive: no, la città non è contenta, non è mai stata contenta di quel mostro che le hanno imposto. La città, e l’amministrazione con lei, è preoccupata, ma non esistevano terze vie: l’alternativa era ed è il progetto del raddoppio. E la città aveva già detto no».
«La favola della discarica utile al territorio si è definitivamente infranta contro i rischi attuali – concludono -: presidiare quell’impianto oggi è doveroso e urgente per evitare che il grande danno arrecato da quella montagna fuori legge, si aggravi ulteriormente, producendo altri disastri. La nostra soluzione è chiara: assumere l’esercizio provvisorio per gestire i presidi ambientali, e garantire fino a febbraio 2022 i lavoratori, mettere in sicurezza la discarica e chiuderla, iniziando il post-mortem. Quello che ha chiesto la città».