GROSSETO – «Con più calma, mi sono domandato, dopo tutto il caos nato all’indomani dell’evento di pugilato andato in scena in piazza del Duomo venerdì scorso, cosa fosse rimasto nell’aria di questa città: rimane tanta divisione. La divisione voluta ai danni di un luogo sacro, oltre che di uno straordinario monumento che tutto meriterebbe tranne che di fare la fine di tribunetta per gli spettacoli» lo dice il candidato a sindaco del centrosinistra e M5S Leonardo Culicchi, intervenendo sulla vicenda del sagrato del Duomo utilizzato tribuna per un evento sportivo.
«Rimane la divisione voluta dalle parole vergate sui social con assurdo livore nei confronti di tutti quelli che non la pensano come il sindaco e i suoi supporter: commenti carichi di menefreghismo, con cittadini e pure consiglieri comunali che non si preoccupano del rispetto delle idee altrui. Alla ricerca continua della provocazione come il consigliere comunale della Lega Pasquale Virciglio: “Quando pagheranno le tasse sugli immobili in Italia potranno parlare” ha scritto sui social riguardo la Chiesa. Un’accusa tanto grave quanto falsa. E in effetti Virciglio ha cancellato il suo commento nel giro di pochi minuti, forse richiamato da qualche luogotenente di partito. Ma non è la prima volta che Virciglio si lascia andare a commenti pieni di odio: “Se fotografate la mia macchina dalle labbrate vi incrino”, cioè più o meno “vi gonfio di botte” scrisse nel 2017 contro l’iniziativa #solounminuto lanciata da Lorella Ronconi per sensibilizzare i cittadini sulle esigenze di chi gira in carrozzina e si ritrova a dover fare i conti con auto parcheggiate in sosta selvaggia davanti agli scivoli per disabili. Insomma, un galantuomo. Dunque mi domando: ma delle uscite del consigliere di maggioranza Virciglio il sindaco Vivarelli Colonna cosa pensa? E gli assessori della sua giunta?».
«A oggi non ho sentito una parola, un distinguo, un richiamo. Rimane dunque l’aria di una destra becera, senza valori né identità se non quella della ricerca del potere e delle poltrone – prosegue Culicchi -. La destra che sgomita nella corsa agli assessorati inondando la città di manifesti e slogan. La destra che impone il presepe nelle scuole e il crocifisso nell’aula del Consiglio, che sui social difende a spada tratta la famiglia cosiddetta tradizionale, ma che poi allestisce un ring in cui ci si prende a cazzotti a due passi dal Duomo, con il sagrato in formato stadio. E se la Curia si lamenta fa male, perché, secondo loro, deve solo tacere. Ecco, rimane tutto questo. E ci rimarrà per qualche altra settimana. Poi, finalmente, andranno a casa. E Grosseto tornerà a essere la città di tutti, rispettosa dei diritti e dei doveri di ogni cittadino. Senza ipocrisie e senza chi di giorno brandisce il rosario e di sera lo insulta nei fatti».