FOLLONICA – «Stavo tornando a casa dal lavoro quando ho visto una donna immobile, piegata in terra, apparentemente priva di sensi».
L’episodio è accaduto ieri sera intorno alle ore 19 nei pressi di via Litoranea e a raccontarlo è l’avvocato follonichese Mimmo Fiorani.
La donna, un’italiana di 49 anni, era semi sdraiata per terra vicino all’androne di un condominio, abbracciata a uno zaino e non si muoveva.
Fino a qui forse niente di straordinario, se non fosse che Fiorani si è fatto una semplice domanda: “Ma starà bene?”. Ed è stato l’unico.
A guardarsi intorno ha visto diverse persone, insomma il normale via vai di una zona del centro in piena estate, ma che non potevano non aver visto la donna che apparentemente svenuta giaceva per terra.
L’avvocato ha reagito all’istante: «Mi sono avvicinato a un gruppo di persone vicino e ho chiesto se sapessero che cosa avesse quella ragazza e se avessero già chiamato qualcuno. No, non sapevano niente ed evidentemente se ne fregavano».
Fiorani allora è tornato a concentrarsi sulla donna e l’ha chiamata più volte, ma non rispondeva. Nel frattempo ha chiesto aiuto anche a un passante e insieme hanno controllato il respiro mentre dal cellulare hanno chiamato il 118 che è arrivato in pochissimi minuti per soccorrere la signora che, con dei richiami più insistenti, si stava svegliando.
Ricevute le prime cure sul posto i sanitari l’hanno poi trasferita all’ospedale in ambulanza.
Quello che rimane è un senso di amarezza: «Quando è arrivata l’ambulanza – ricorda Mimmo Fiorani – ero rimasto da solo con la donna che nel frattempo aveva recuperato i sensi, ma che stava sempre male. Mi chiedo: com’è possibile che nessuno sia intervenuto? Come ci si può fregare così spudoratamente del prossimo? Certo, avrebbe potuto essere ubriacata, drogata o senzatetto, ma almeno chiedere “come stai?”. Qualunque fosse il motivo del suo malore, non si sa nemmeno da quanto tempo era lì. Dovrebbe essere una cosa normale chiedersi almeno se quella persona fosse in difficoltà. Devo dire che questa indifferenza verso il prossimo mi fa molto riflettere».