GROSSETO – «Quando l’ho visto arrivare era coperto di sangue che continuava ad uscire a fiotti, tanto che ha fatto una pozza per terra» Maria Faralli è ancora sconvolta mentre racconta quanto capitato al figlio sabato scorso.
Il bambino, poco meno di 10 anni, stava giocando con due amichetti poco distante da casa, quando una sbarra di ferro è scattata e lo ha colpito in fronte.
«Abitiamo dal 2012 nella zona del Peep Pizzetti, a Grosseto, – racconta la mamma – e c’è un’area, una lottizzazione (tra via Carlo Zecchini e via Alfredo Binda), che è lasciata nel più completo degrado. Abbiamo segnalato più volte l’erba alta, le reti sono tutte cadute a terra e la recinzione non c’è dunque più se non come pali di ferro. E proprio uno di questi pali è scattato come una tagliola ed ha colpito la testa di mio figlio. Qualche centimetro sotto e lo avrebbe preso in un occhio».
Come racconta la mamma il bambino stava giocando a calcio in un’area che si trova vicino a quella della lottizzazione mai finita. Uno dei bambini è andato a recuperare la palla che era finita vicina ad un palo e toccandolo quello che faceva da “architrave” è scattato, colpendo in pieno volto il bambino che stava aspettando il ritorno dell’amico con il pallone.
«Lo ha riportato a casa l’amico di un anno più grande, sottobraccio – prosegue la mamma -. Hanno lasciato una scia di sangue su tutto il tragitto. Era letteralmente ricoperto, le scarpe erano zuppe, non riuscivamo a capire da dove uscisse. Abbiamo chiamato il 118».
«Il taglio era profondo, al pronto soccorso gli hanno dato quattro punti, ha perso anche molto sangue, due unità. Il punto è che questa situazione noi la segnaliamo da tempo, non è una disgrazia ma qualcosa di annunciato. Abbiamo fatto segnalazioni per l’erba alta, per i topi, i serpenti. Le reti sono a terra completamente stese e inutili. Siamo abbandonati. Neppure i cestini per buttare gli escrementi dei cani, abbiamo dovuto lottare anche per avere quelli».
Sembra, sempre a quanto racconta la madre, che la zona fosse di una qualche cooperativa che doveva costruire «Forse è fallita, sono anni che la situazione è questa. Il Comune potrebbe usare l’area per fare il parco che ci aveva promesso, o almeno tenere l’area decentemente invece che nel più completo degrado. Gli amministratori si fanno selfie per inaugurare ogni cosa, e qui manca totalmente la manutenzione. Ho mandato anche una mail in Comune. Nessuno mi ha risposto».
«Anche per questo ho deciso di denunciare, non solo chi è responsabile dell’area, ma anche il Comune. E non solo per una questione di risarcimento, ma perché quel che è successo a mio figlio non deve succedere a nessun altro bambino. Quando ho visto mio figlio coperto di sangue mi sono sentita morire – prosegue Maria Faralli – e la cosa che più mi fa arrabbiare è che tutto questo poteva essere evitato».
La mamma del piccolo è sul piede di guerra: «Sono disposta a raccogliere 400 firme, quelle di tutti i palazzi della zona, se necessario, ma la situazione deve cambiare, e anche il Comune deve assumersi le proprie responsabilità».