FOLLONICA – Le tartarughe nelle fontane riscuotono da sempre la simpatia di molti ma è bene precisare che la loro presenza nei parchi pubblici non rappresenta una scelta da parte dell’amministrazione comunale: si tratta di esemplari abbandonati da persone che non vogliono più tenerli in casa.
Di conseguenza questi animali sono costretti a vivere in un ambiente inadatto, diventando molto spesso un rischio per le specie autoctone. L’abbandono di questi rettili in fiumi, laghi e stagni è inoltre proibito e rappresenta un grave danno per la fauna e la flora.
La scorsa settimana all’interno della fontana del parco di Ponente di Follonica sono state trovate tre tartarughe tropicali, abbandonate lì da qualcuno che voleva disfarsene. Prendersi in carico queste situazioni, organizzarne il trasferimento e la cura, prevede un lungo lavoro preparatorio da parte degli uffici comunali. Per le tre tartarughe abbandonate nella fontana è stata contattato un centro specializzato di Pisa e un erpetologo è arrivato a Follonica per prendere in carico i tre animali.
«Questa volta siamo riusciti a mettere in salvo le tre tartarughe che avrebbero potuto causare dei danni all’ambiente circostante, danneggiando probabilmente anche i pesci che da anni vivono nella fontana – spiegano l’assessora all’ambiente Mirjam Giorgieri e l’assessore con delega alle politiche di tutela e cura degli animali Francesco Ciompi – L’abbandono di queste specie tropicali nei nostri fiumi rappresenta un grosso problema. I proprietari di animali appartenenti a specie invasive possono continuare a custodirli fino a fine vita, purché provvedano a denunciarli al Ministero, e adottino gli opportuni accorgimenti per impedirne la fuga e la riproduzione».
«Lo scopo è infatti quello di evitare il rilascio di esemplari esotici nell’ambiente – proseguono Giorgieri e Ciompi – per impedire che la fauna e la flora autoctona siano soppiantate da specie invasive, con perdita della biodiversità, oltre a gravi ripercussioni sull’ecosistema e ingenti danni economici. Per chi omette di presentare la dichiarazione sono previste sanzioni da 150 a 20mila euro. Il rilascio nell’ambiente configura invece un vero e proprio reato – concludono – con pene detentive fino a tre anni e sanzioni da 10mila a 150mila euro».