GROSSETO – “La variante Colombiana – che rimane con il nome del Paese in cui è stata individuata, a differenza delle altre – è molto rara. Abbiamo questa nicchia in Provincia di Grosseto: si tratta di tutti casi collegati tra loro, di un unico focolaio”, spiega Maurizio Spagnesi, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana sud est.
“Non si tratta di una variante più preoccupante di altre – prosegue -, è una delle tante. Le varianti Inglese (Alpha) e Brasiliana (Gamma) soppiantarono il virus cosiddetto selvaggio, ora la variante indiana (Delta) sta soppiantando l’inglese e la brasiliana, e lo sta facendo più velocemente di quanto era stato previsto”.
“Di varianti del Coronavirus ce ne sono tantissime – prosegue Spagnesi -, ne sono state individuate almeno una quindicina. Il virus si moltiplica miliardi e miliardi di volte e, trovando meno persone suscettibili, aumenta la sua capacità di diffusibilità per sopravvivere. Per questo le varianti tendono ad essere sempre più contagiose”.
“Al di là della normativa anti-Covid, che rimane fondamentale ma sempre meno applicata – continua il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl -, la differenza la fa il vaccino. Nelle varianti che abbiamo sequenziato in Provincia di Grosseto è stato confermato che chi è stato vaccinato, in particolar modo chi ha ricevuto entrambe le dosi (se previste dal vaccino inoculato), non sviluppa sintomi, o li sviluppa sporadicamente, a differenza di chi non è stato vaccinato”.
“Di base – conclude -, tutti possono essere contagiati dalle varianti del Coronavirus, anche i vaccinati, ma per loro il decorso della malattia avrà meno complicazioni”.