GROSSETO – E’ quasi un gemellaggio quello stipulato oggi a Scandicci presso la Scuola nazionale cani guida per ciechi con il Centro militare veterinario di Grosseto, che ha fatto visita ai colleghi di Firenze.
“Ad ispirare questa gradita visita – afferma il presidente della Regione Eugenio Giani – è stato il comune amore per i cani e in particolare per quelli che vengono addestrati ed utilizzati per servizi a favore degli uomini. Ringrazio i rappresentanti del Centro grossetano per la visita che ci hanno fatto e che produrrà, ne sono sicuro, utili effetti sul piano della gestione delle cucciolate e dell’allevamento dei rispettivi cani”.
A Grosseto gli animali vengono addestrati essenzialmente per l’individuazione di esplosivi e vengono quindi preparati anche per svolgere questa delicata funzione nel corso delle missioni di pace che il nostro esercito compie all’estero. Inoltre, il Centro di Grosseto addestra cani che collaborano alla diagnosi precoce di determinati tumori individuando, con il loro olfatto, cellule tumorali che si trovano in un campione di urina.
A Scandicci sono tre le funzioni principali svolte dalla Scuola finanziata dalla Regione: allevare, addestrare e consegnare cani guida per non vedenti, addestrare cani per lo svolgimento di interventi assistiti con animali (cosiddetta pet-therapy) ed educare ed addestrare cani di assistenza per persone con disabilità motoria.
“Sono ormai 42 anni – ricorda l’assessora al sociale Serena Spinelli – che la Scuola di Scandicci è gestita e finanziata dalla Regione Toscana. E da lungo tempo rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e internazionale, visto che ogni anno riesce a consegnare a non vedenti in tutta Italia circa 25 cani adeguatamente addestrati per svolgere la funzione di guida. La Regione ha deciso di investire nella Scuola e continuerà a farlo, tanto che presto saranno formati nuovi istruttori che si andranno ad aggiungere ai 14 già in servizio (attualmente la Scuola ha un numero complessivo di 26 dipendenti). Si avvale anche dell’indispensabile contributo delle famiglie affidatarie, che ringrazio per l’amore e la passione con cui svolgono il loro compito di educare, socializzare e pre addestrare i cuccioli prima che siano pronti al corso intensivo di sei mesi che permetterà loro di diventare cani guida. L’investimento economico su un cane guida è importante, si parla di 35-40.000 euro, ma il bene inestimabile è rappresentato dalla funzione che svolgono come guide e sostegni a coloro che non hanno la vista”.
Sono oltre 50 i cuccioli che ogni anno vengono affidati alle famiglie adottive, mentre circa 12 svolgono attività di interventi assistiti nei presidi ospedalieri e nelle RSA del nostro territorio. Ad esempio a Careggi la loro presenza nel reparto di terapia intensiva è ritenuta di grande aiuto per i pazienti che, svegliati dal coma, trovano in loro conforto e stimoli riuscendo a superare meglio lo stress prodotto dal grave stato di infermità che hanno avuto. Queste ultime sono attività rimaste ovviamente bloccate in questo lungo periodo di pandemia ma che, già dal prossimo mese di settembre, la Scuola ha in programma di riprendere in maniera continua e diffusa sul territorio.
Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato anche il consigliere del presidente Giani, Massimo Pieri, e il presidente toscano dell’Unione Italiana ciechi, Massimo Diodati, sono state spiegate le rispettive modalità di intervento sui cani e poste le premesse per una auspicabile forma di reciproca collaborazione.