PIOMBINO – “Siamo sempre attenti alle segnalazioni che provengono dai cittadini ma non sempre le soluzioni auspicate sono le migliori. E’ il caso della poseidonia, che quest’estate è presente su molte spiagge della Costa Est. Alcuni cittadini ci sollecitavano la loro rimozione ma importanti motivi ambientali ci inducono a soprassedere”, a dirlo è Francesco Ferrari, sindaco di Piombino.
“Senza considerare l’enorme sforzo economico che la sua rimozione comporterebbe – spiega il sindaco -, infatti, la posidonia spiaggiata a Perelli è un segnale della salute del mare oltre che un ottimo strumento per proteggere la costa dall’erosione. Ecco perché, nel rispetto dell’ambiente, il Comune segue la linea della non rimozione, come consigliato anche dal Ministero dell’Ambiente.
Alle praterie di posidonia è associata la produzione di una considerevole quantità di foglie morte che si distribuisce sulle spiagge formando delle banquettes: si tratta di un fenomeno del tutto naturale e non è sintomo di stati di sofferenza o degrado dell’ambiente marino, tutt’altro. Le foglie di posidonia spiaggiata, inoltre, non sono pericolose per la salute umana né fonte diretta di pericolo.
Non possono essere considerati uno scarto del mare poiché non hanno concluso la propria funzione naturale: infatti, anche quando si depositano sulla spiaggia, sono in grado di svolgere un’importante azione contro l’erosione costiera, sia d’estate che d’inverno, quando le mareggiate si fanno più frequenti. Le banquettes, per quanto comunque transitorie, concorrono significativamente alla riduzione dell’energia del moto ondoso, ostacolando l’erosione delle spiagge che altrimenti sarebbe inesorabile.
I resti di posidonia, in sostanza, rientrano nella categoria di rifiuto solo quando, attraverso l’intervento dell’uomo, vengono rimossi. Comprendiamo che possono essere d’intralcio nella fruizione della spiaggia ma, altrettanto importante, ci consentono di tutelare il nostro territorio. Siamo convinti che educare noi stessi e i turisti che frequentano le nostre zone sia importante per riuscire a coniugare questa realtà con la necessaria e importantissima tutela dell’ambiente.
Dobbiamo conservare la qualità dei luoghi di cui siamo custodi e imparare che è la loro fruizione che deve adattarsi ai meccanismi naturali, non il contrario”, conclude.