GAVORRANO – «È con viva preoccupazione che leggiamo in queste ore le esternazioni dell’onorevole Luca Sani. In un post sui social il deputato Pd lancia un allarme contro le colture super-intensive e gli impianti fotovoltaici a terra, a suo dire minacce per il paesaggio e per la biodiversità maremmana. Una presa di posizione alquanto discutibile, una sorta di allarmismo ingiustificato, un messaggio che non possiamo lasciar passare».
Sono queste le parole di Andrea Maule, coordinatore Lega di Gavorrano, che in una nota stampa interviene sulle colture intensive degli oliveti.
«L’onorevole Sani – afferma Maule – dovrebbe sapere che la legge regionale Toscana n. 11 del 2011 va ad individuare le aree rurali ove gli impianti fotovoltaici non possono essere installate (a terra). Di fatto questa legge impedisce la realizzazione di fotovoltaici al suolo, su quasi tutto l’intero territorio regionale. Sono infatti pochissime, ma davvero pochissime, le aree rurali ritenute ancora idonee per l’installazione di questi impianti. A cosa è dovuto quindi questo allarmismo dell’onorevole Sani? Questa preoccupazione l’aveva anche prima del 2011? Cioè quando il nostro caro territorio è stato cosparso di immense “specchiere”?»
«Altro argomento che inquieta l’onorevole Sani sono le colture super intensive – prosegue la nota -. A suo dire, minaccia per il paesaggio e per la biodiversità maremmana, tra l’altro a fronte di scarsa ricaduta occupazionale.
Ebbene, onorevole, prima di esternare tali affermazioni sarebbe stato più opportuno farsi un giro nel territorio e verificare di persona in cosa consistono queste tanto temibili colture super-intensive. Ne analizziamo noi una su tutte, per farle meglio comprendere l’argomento. Alla ribalta in questi giorni è il progetto di ArteOlio; importante società che a cavallo tra i comuni di Grosseto, Gavorrano e Roccastrada sta realizzando circa 500 ettari di oliveti super-intensivi. La società in questione sta investendo, per realizzare il proprio progetto, non meno di 50mila euro per ettaro (acquisto terreno e miglioramento fondiario). A ciò ci dobbiamo sommare l’acquisto di tutte le dotazioni meccaniche (trattrici ed attrezzi) e la realizzazione di un frantoio. Investimento complessivo di circa 30milioni di euro. Considerevole cifra che viene “spesa” sul territorio maremmano (l’unica materia prima non acquistata in maremma sono le piante, che provengono dalla Spagna)».
«L’impresa in trattazione – specifica Maule -ha oggi assunto una decina di unità lavorative ed a regime possiamo supporre che arriverà a 15/20 unità. Situazione analoga è quella di Monini, che ha appena acquistato una grossa tenuta nel territorio di Massa Marittima. Anche lì saranno realizzati centinaia di ettari di oliveti super-intensivi ed altri milioni di euro investiti in Maremma».
«Alla luce di quanto sopra esposto – sottolinea il coordinatore della Lega -, troviamo davvero fuori luogo le esternazioni da terrorismo psicologico dell’onorevole Sani. Il paesaggio si tutela in ben altro modo: si interviene sul Pit e si forniscono alle imprese delle semplici prescrizioni, come ad esempio quale paloneria utilizzare per l’armatura di sostegno (corten anziché acciaio zincato, come già avviene per i vigneti in altre zone della Toscana). Ricordiamo inoltre all’onorevole. Sani che l’olivo, spagnolo o italico, è comunque una essenza sempre verde e come tale è difficile immaginarcela in un ruolo di deturpatrice del paesaggio».
«Infine – conclude la note -, a nostro avviso non si può pensare di governa il progresso e l’innovazione con ambigui post sui social (specie se si ricopre il delicato ruolo di onorevole), ma lo si fa con azioni tecniche e politiche mirate, frutto di una ampia condivisione delle criticità con tutti gli attori della filiera produttiva».