GROSSETO – Individuare nuove strategie per far fronte alla carenza di personale infermieristico nelle Rsa della Toscana. È con questo obiettivo che l’Opi Grosseto, insieme ai rappresentanti di Opi Toscana, ha partecipato all’incontro organizzato dalla Regione con l’assessore alle politiche sociali Serena Spinelli.
«Le Rsa rappresentano un elemento fondamentale per rispondere ai bisogni sociali e sanitari del territorio, sono uno degli avamposti più preziosi della nostra comunità– ha spiegato Nicola Draoli, presidente dell’ordine degli infermieri di Grosseto – ma anche uno dei più fragili e meno attrattivi per gli infermieri, come la pandemia ha dimostrato. Un settore che, con la recente richiesta di personale infermieristico da parte del servizio pubblico, è rimasto sfornito di figure fondamentali a partire proprio dagli infermieri».
«A rendere più appetibile la carriera pubblica rispetto al percorso all’interno delle Rsa – prosegue il presidente – sono senza dubbio le condizioni contrattuali, purtroppo molto diverse. Oltre all’aspetto contrattuale è fondamentale che la Regione intervenga per definire un nuovo modello di accreditamento più attento agli sviluppi e al riconoscimento delle competenze professionale rendendosi disponibile a partecipare a tavoli per rivedere le linee di indirizzo in merito. Inoltre, crediamo che sia fondamentale cogliere questa occasione per introdurre all’interno delle Rsa la figura obbligatoria di un coordinatore infermieristico e dirigenze professionali sanitarie che incidono su qualità e sicurezza».
«L’ordinanza della Regione – dice ancora Draoli – è certo un comprensibile salvagente emergenziale, ma non può risolvere le problematiche nel lungo periodo. Bisogna trovare al più presto soluzioni di medio termine come ad esempio la revisione degli standard di accreditamento rispetto alla quantità e qualità del personale e nel breve termine puntando all’eliminazione del vincolo di esclusività per i dipendenti pubblici, in modo che possano prestare la propria opera anche nel settore privato e far fronte così alla carenza di professionisti che stiamo vivendo in questo momento».
Tra le richieste presente dall’Opi alla Regione Toscana anche lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e di sistemi di sicurezza.
«Quello che dobbiamo fare – conclude Draoli – è aiutare le Rsa a fare un ulteriore passo avanti, aiutarle ad investire nella formazione continua e post base dei professionisti per puntare su percorsi riconosciuti di carriera clinico assistenziale, inserendole ancora di più nella rete sanitaria oltre che sociale e assimilando i contratti degli infermieri assunti al contratto collettivo nazionale del pubblico impiego. Le Rsa oggi sono un luogo di cura altamente complesso e fondamentale per la nostra popolazione e la professione infermieristica deve trovare in questi luoghi fondamentali risposte appaganti di riconoscimento professionale ed economico o la “concorrenza” con il Ssr sarà sempre impari».