GROSSETO – «La sentenza del giudice del Lavoro di Grosseto che rigetta l’opposizione sulla condotta antisindacale del Comune di Grosseto, rappresentato dall’assessore Giacomo Cerboni, che già aveva avuto ragione della sua condotta in primo grado, chiarisce e scrive una pagina importante nelle relazioni sindacali tra un’amministrazione e le rappresentanze dei lavoratori, ma anche sul ruolo dell’assessore al personale». Così il commissario provinciale della Lega Andrea Ulmi ed il commissario comunale di Grosseto Chiara Vazzano commentano la sentenza del giudice del lavoro rigetta l’opposizione dei sindacati.
«Abbiamo sempre sostenuto la posizione dell’assessore Cerboni – affermano i due esponenti del Carroccio- perché convinti che la legge fosse dalla sua parte. Non ci sembrava sbagliato che un assessore al personale incontrasse il personale stesso nel corso di un’assemblea svolta in orario di lavoro. Evidentemente una cosa che a noi, ed a due sigle sindacali che non si sono unite al ricorso, pareva assolutamente normale, cioè che il datore di lavoro incontri i lavoratori per un confronto e poter meglio dettare le linee di indirizzo, per la Cgil e la Uil non era così».
«Sarebbe per noi facile dire che il nostro assessore aveva ragione – affermano-. La vicenda è importante e fa giurisprudenza perché mette un punto fermo nei rapporti sindacali, citando l’articolo 21 della Costituzione e dando all’assessore la possibilità di incontrare i lavoratori in assemblea. Credo che in questo il giudice abbia fatto chiarezza e che, probabilmente, questa vicenda eviterà ulteriori cause ad altri comuni e amministratori che dovessero comportarsi allo stesso modo».
«A Giacomo Cerboni vanno i complimenti della Lega per essersi visto riconosciuto il comportamento corretto, ma anche per aver tracciato una strada importante per le future relazioni sindacali a Grosseto, come altrove», concludono Ulmi e Vazzano.
«Al fine di una corretta e doverosa informazione – intervengono i sindacati Cgil e Uil Funzione pubblica -, portiamo a conoscenza che la sentenza del Tribunale ordinario di Grosseto-Sezione Lavoro, sebbene non accolga l’opposizione, rileva comunque l’inopportunità di alcuni comportamenti dell’assessore Cerboni quali “….la scelta nel corso della riunione del 25.06.19 di riprendere e registrare gli interventi non solo dell’assessore, ma anche di coloro che prendevano la parola per intervenire nel dibattito – come riferito dai testi (…), è stata del tutto inopportuna, e comprensibilmente i sindacati l’hanno percepita come sospetta e ambigua. (..) Se anche il medesimo avesse allestito tale ripresa solo per rivedere sé stesso, avrebbe allora dovuto aver cura di spegnere o far spegnere l’apparecchio al termine del proprio intervento o, comunque, di avvisare i presenti della registrazione e della loro facoltà di farla cessare, qualora intendessero intervenire……”».
«Tanto è vero che – proseguono Cgil e Uil -, relativamente a quanto evidenziato in merito all’inopportunità di taluni contegni, vengono compensate le spese di lite perché sussistono “gravi motivi” in merito ai quali il Comune di Grosseto dovrà spendere alcune migliaia di euro, che andranno reperiti dalla fiscalità generale, a scapito dei contribuenti grossetani».
«In sostanza, quanto riportato nella sentenza “de qua” – concludono i sindacati -, induce la UilFpl Toscana Sud Est e la CgilFp Grosseto ad esperire tutte le verifiche, con l’avvocata
Giuliana Romualdi, l’avvocata Paola Pippi e con l’Avvocatura nazionale Cgil Fp e Uil Fpl, allo scopo di valutare l’opportunità di proporre ricorso in appello rispetto alla sentenza di cui trattasi, di cui ce ne riserviamo la facoltà».