GROSSETO – La difficile situazione sanitaria provocata dal Covid ha dilatato i tempi di avvio del restauro conservativo della tavola della Madonna delle Grazie, venerata nel santuario mariano della cattedrale.
L’opera dipinta nel ‘400 da Matteo di Giovanni, dopo essere stata rimossa, settimane fa, dalla nicchia in cattedrale, è stata custodita nel palazzo vescovile, dopo essere stata tolta dalla cornice e avvolta in un apposito panno protettivo. È stata anche rimossa la corona che orna la testa della Vergine Assunta, fin dagli anni ’80, dopo che la precedente corona venne trafugata da ignoti.
Mercoledì, 16 giugno, dunque, la tavola sarà trasferita a Siena presso la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, dove sarà sottoposta a specifico trattamento con l’applicazione di biocidi per eliminare la presenza di piccole muffe. Si tratta di microflorabatterica lieve, che va eliminata.
Sarà il vescovo Rodolfo Cetoloni, assieme a don Franco Cencioni, direttore dell’ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Grosseto, ad effettuare il trasferimento della sacra tavola a Siena, grazie alla preziosa collaborazione del personale del comando provinciale dei Carabinieri di Grosseto e del nucleo dell’Arma per la tutela del patrimonio culturale di Firenze. Saranno loro, infatti, a svolgere i servizi di scorta, viabilità e sicurezza durante il viaggio, anche con militari in motocicletta.
«Siamo riconoscenti all’arma dei Carabinieri, nella persona del comandante provinciale colonnello Giuseppe Adinolfi, per il prezioso servizio che assicureranno, ma anche per lo spirito con cui lo hanno organizzato e si sono approcciati a questo compito – commenta il vescovo Rodolfo – Si tratta, infatti, di scortare non solo un’opera d’arte di grande pregio, ma anche e soprattutto un’immagine sacra che significa moltissimo per la fede e la devozione dei grossetani. La affideremo alla Soprintendenza come si fa con le cose più care, perché ce la restituisca ancor più splendente e bella».
«Non sappiamo – precisa don Cencioni – quanto tempo sarà necessario per portare a termine l’intervento conservativo. Le muffe, in molti casi quasi impercettibili ad occhio nudo, hanno aggredito un po’ tutto il dipinto, dunque sarà necessario un intervento puntuale e, al contempo, delicato».
Un po’ di storia
Il dipinto ad olio di Matteo di Giovanni, originariamente parte di un polittico, ha più volte cambiato collocazione all’interno della cattedrale. Negli anni ’70 del ‘400 arrivò l’opera di Matteo di Giovanni, in onore della quale fu commissionato allo scultore Antonio Ghini un altare che ornasse la prima parete della navata di sinistra, nelle immediate vicinanze dell’ingresso. Lì oggi è visibile ancora un’arcata che termina con una vetrata tonda.
Secoli dopo l’immagine della Madonna fu traslata nella parete di fronte, all’inizio della navata destra. Infine nel 1759 la sacra effigie fu spostata dove si trova ancora oggi. Nel transetto fu costruito, in suo onore, l’altare. La cappella è santuario mariano diocesano, essendo la Vergine Assunta, venerata col titolo di Madonna delle Grazie, la copatrona della Chiesa di Grosseto assieme a san Lorenzo.
Negli anni ’90 l’allora parroco della cattedrale, don Roberto Nelli, fece realizzare una lampada votiva, introducendo il segno dell’offerta dell’olio che ogni anno, a turno, viene effettuata dalle 50 Parrocchie della Diocesi, perché sempre arda una luce dinanzi alla Madonna delle Grazie.
E proprio dinanzi a lei, lo scorso anno, per oltre 70 giorni dallo scoppio del lockdown, il vescovo Rodolfo ha pregato a mezzogiorno innalzando alla Vergine la supplica per impetrare la fine della pandemia e per chiedere la fortezza nella fede.