![Ve lo racconto io Castiglione: il mese di maggio, ponte verso l’estate](https://demo9.edinet.info/images//images/2021/05/ve-lo-racconto-io-castiglione-240186.edi_full.jpg)
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA โ Castiglione รจ bella in qualsiasi mese, ma a maggio da il meglio di se in ogni aspetto.
ร il mese del risveglio, della rinascita, dei profumi e, sopratutto, dellโattesa. La sera, appena si fa buio, sono le lucciole le protagoniste.
Allontanandosi dalle case verso via papa Giovanni le vedi accendersi e spengersi sotto gli olivi o nel Poggetto sovrastante la strada, pieno di macchia che si allunga fino sotto la panoramica. Sembra che si vogliano nascondere e nello stesso tempo vogliano essere cercate.
Mia mamma diceva ยซle lucciole, con quello strano lampeggiare, fanno come Maria che diceva โmamma, Cecco mi toccaโฆ toccami Cecco che mamma โun ci vede?โยป
Tornando da Firenze, con Anna e Gloria piccole, il venerdรฌ arrivavamo a casa dei miei genitori dove insieme a Jacopo andavamo a vedere le lucciole, affascinati dal quel lampeggiare continuo, sfuggente. Si pregustava lโestate che di lรฌ a poco sarebbe esplosa.
Le giornate si allungavano e sembravano non finire mai e la luce del sole che sfiorava il mare ci regalava uno dei bellissimi tramonti castiglionesi, sempre diversi, di quelli che per la violenza dei colori ti sferrano in โcazzottoโ in mezzo allo stomaco e non ti fanno respirare.
Si cominciavano a sentire i profumi che cambiavano, come se nellโaria ci fosse un โaromaโ che caratterizzava quel mese.
Per i credenti maggio รจ anche il mese dedicato alla Madonna, e cogliere un fiore per metterlo vicino allโ immagine sacra non ci faceva sembrare irrispettosi nei confronti della natura.
Anche i rumori cambiavano forse perchรฉ qualche animale, rimasto zitto durante lโinverno, aveva cominciato di nuovo a farsi sentire.
Non eravamo ancora al momento delle cicale petulanti tuttavia qualche cinguettio lo potevamo giร sentire. Maggio il mese che mi รจ sempre sembrato un ponte tra il sonno e la veglia. Proprio in una di quelle serate lampeggianti, avvicinandomi verso il campo sportivo, mi รจ tornato in mente il paesaggio di quei posti di qualche anno prima.
Da Ciro fino al campo sportivo campi coltivati e poche case quasi tutte prospicienti la strada principale e, in fondo, lato mare, I Villini.
Dallโalto, ieri come oggi, il Castello che vigila sul paese. ร lassรน, come fosse un gigante che guarda verso il mare e che controlla โla maturazione delle stagioniโ, controlla che il mare rispetti la costa, controlla che lโestate arrivi con gradualitร e sorveglia lโarmonia tra natura e persone.
Eโฆ poi verso lโestateโฆ
Dopo lโapertura del Villaggio svedese รจ nata la Castiglioni che oggi conosciamo. Noi ragazzi, sia i piรน piccoli sia i piรน grandi, nel mese di giugno giocavamo nella piazza davanti alle scuole elementari dove il sabato si faceva il mercato. La piazza non era asfaltata, ma di terra battuta. Lรฌ si giocava a palline, alla โromanaโ o a โbuchettaโ mentre i grandi giocavano a โeccomiโ o a โliberi tuttiโ. โO bischero non puoi giocare a romana con Gastone che รจ di ferro e spacchi tutte le palline di coccioโ, โio gioco con che mi pare se un ti garba vai a giocaโ con quelli piรน grulliโ. โEccomi!โ.
Mentre si giocava un fruscio attirรฒ lโattenzione. Una donna bionda, con gonna corta spingeva una carrozzella per diversamente abili. Alta, bionda, spigliata nellโaspetto, diversa dalle donne che si vedevano in giro in paese. I ragazzi grandi si giravano e parlottavano tra sรฉ. โBona! Hai visto?โ
โSe lโavessi tra le mani sai che gli farei?โ โma poro strullo se quella fa una pisciatina tโaffogaโ โsai assai te cosa gli farei!โ. Intanto la straniera si avvicina a noi piรน piccoli e: โPro menerร poโ standard!โ Cosรฌ si capiva noi ragazzi. Ma chissร cosa diceva in realtร . Poi un sospiro grosso. Quel sospiro era tipico degli svedesi.
Era lโinizio della prima estate con gli svedesi della Reso in paese. I negozianti si attrezzavano cominciando a biascicare qualche parola in svedese
โtac tacโ ma senza i sospiri, il sospiro no, era troppo. Ci si meravigliava che capissero i numeri scritti in Italianoโฆ Era lโinizio dellโestate. Per i ragazzi piรน grandi era lโinizio di una vita nuova. Il villaggio svedese infatti aveva portato nel piccolo paesino di pescatori una ventata di civiltร inaspettatamente gioiosa.
Lโintuizione di quel sindaco, oggi ricordato, ma forse allora poco capito, stava trasformando non solo il paese ma le vite di ciascuno di noi. Lโestate si affacciava prepotente in maniera diversa. Cโerano ovviamente il mare, il sole, i tramonti splendidi, rosso fuoco, ma insieme anche una nuova linfa: la diversitร di un popolo che di lรฌ a poco sarebbe diventato parte integrante della cultura paesana.
Molti di quei ragazzi che โsbavavanoโ per le ragazze bionde e che parlavano una lingua diversa dalla nostra si sarebbero in futuro sposati e le svedesi di โnoi antriโ sarebbero diventate le grandi ammiratrici del nostro borgo. Si il nostro borgo che fa venire la pelle dโoca quando si guarda allโalba o al tramonto con i colori della natura che pare si siano concentrati tutti lรฌ come per dirci qualcosa.ย I rossi, gli arancio i gialli che sul mare fanno apparire le tavolozze e i quadri dei pittori come stucchevoli esercizi di prova. I tramonti estivi di Castiglione ti entrano giรน nella gola e sfiorando il cuore ti si piazzano nelle stomaco come cazzotti. Ti levano il respiro tanto sono violenti.
Si confondono con il mare e con i bordi scuri delle isole in lontananza. Sono il corollario di una bellezza senza uguali. Si mischiano al fruscio delle piante e al rumore sempre presente del mare. Il profumo intenso dei gelsomini mischiato al salmastro si fonde nelle narici e ti ricorda che si va verso lโestate. Sรฌ lโestate. La stagione in cui tutto cambia e resta uguale. Cambia la vita ma resta identico il fascino del posto. Lโestate che porta lavoro e spensieratezza. I conti poi si fanno a ottobre.
Poi improvvisi, dopo il Ferragosto, i temporali che rendono il mare luccicante come se sparassero i fuochi dโartificio. La gente che corre via dalla spiaggia in cerca di riparo. Capelli bagnati e volti quasi impauriti dallโesplosione della natura. La corrente che se ne va e tutti a comprare le candele e le carte da gioco per passare al riparo il momento di โburianaโ. Pochi minuti e dopo di nuovo il sole, con lโaria cosรฌ limpida che pare di poter toccare le case dellโElba. Eccola lโestate del paese piรน bello del mondo. Il mio.
Sulla spiaggia qualche stabilimento balneare e romani e milanesi che si contendono il sole, il mio sole. Intanto io penso che fra qualche giorno se ne andranno a casa loro e il paese ritornerร tutto mio. Poveretti che devono vivere in cittร in mezzo al traffico mentre io vivo in mezzo alle albatre. Intanto lโestate passa e ogni giorno in meno รจ come fosse una perditaโฆ
La sciroccata poi si presenta improvvisa con le onde che spruzzano sul fanale rosso e quello verde. Lโaria diventa appiccicosa e si fatica a fare tutto. Il bagno รจ vietato, cโรจ la bandiera rossa, e solo qualche sciagurato si butta, fischiato dal bagnino. I profumi sono diversi con lโaria pesa. Il pitosforo leva il respiro.
Poi dopo la sciroccata torna il sereno e si ritorna a vivere lโestate dei villeggianti, quella con il solleone che ti cuoce la testa e il corpo. Si, quello dei villeggianti, perchรฉ il nostro รจ forgiato al sole e alle intemperie della macchia. Si vedono bagnanti color rosso fuoco, spellati ma contenti. Noi ci accontentiamo di altro. Della brezza che scende giรน dal Poggio o sale dal mare e va verso il Castello. ร veramente il posto piรน bello del mondo. ร caldo e passo da via Remota. Lรฌ cโรจ sempre ombra. Vengo dalle Fontanelle e sbuco in piazza.
Seduti al bar Porrini alcuni stranieri sorseggiano una bibita accarezzati dalla brezza. Piรน in avanti cinque o sei ragazzetti โpuntanoโ una svedese.
Altri si affacciano da Oreste a comprare le sigarette. Romolo ha cominciato ad apparecchiare per la cena. Uno sguardo piรน avanti e poi via di corsa a casa respirando lโaria di mare e i profumi della natura. Arrivo a casa e penso che sto vivendo in una fiaba.
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