GROSSETO – «Che cosa sta succedendo in città?» a chiederlo Rifondazione comunista che prosegue «È questo quello che viene da chiedersi alla luce di recenti fatti che hanno visto protagonisti, loro malgrado, persone straniere relegate sempre loro malgrado ai margini della società e sottoposti a zelanti controlli da parte di agenti di polizia municipale in un caso mentre nell’altro un gruppo di quattro persone in borghese tenta di cacciare due persone africane dal parcheggio del supermercato coop di via Inghilterra; quello che potremmo forse pensare essere il capo dei quattro secondo quanto riferitoci da una nostra iscritta si è dapprima qualificato come giornalista del Secolo d’Italia e fascista poi come pubblico ufficiale, non è dato sapere però di quale corpo o istituzione il signore e i suoi accompagnatori facciano parte, vale però la pena ricordare che ricopre un incarico da pubblico ufficiale ha prestato un giuramento solenne alla costituzione repubblicana e dichiararsi fascista nel pieno delle sue funzioni rappresenta un tradimento verso quel giuramento».
«Ma veniamo ai protagonisti o meglio vittime delle vicende, la loro colpa? Vendere piccoli oggetti calze , accendini, fazzoletti,ombrelli per tentare di sbarcare il lunario e magari per racimolare qualche somma di denaro da inviare alle famiglie di origine e molto probabilmente anche per non cadere nella rete di attività ben più illegali in primis lo spaccio di stupefacenti o anche dedicarsi a furti o attività illecite».
«Sappiamo benissimo che commerciare senza le dovute autorizzazioni possa essere dannoso ed è altrettanto illegale, ma, cara giunta comunale, assessore alla sicurezza e compagnia cantando non è certo mettendo in atto sceneggiate sproporzionate che hanno come massimo risultato il sequestro di qualche pacchetto di fazzoletti che si affronta il problema, qualcosa che sa di montagna che partorisce il topolino» prosegue il circolo di Grosseto di Rifondazione comunista.
«Non dovrebbe poi sfuggire che la sicurezza, il decoro urbano non si ottengono solo attraverso controlli e repressione dell’illegalità che ovviamente quando c’è deve essere contrastata, il miglioramento della sicurezza passa però per prima attraverso le condizioni economiche e di vita delle persone, chi ha condizioni di vita dignitose ed è ben inserito nel contesto socio economico sarà per forza meno portato a commettere illeciti e con questo non vogliamo dare lezioni ma solo qualche piccolo consiglio. Perciò invece di lanciarvi in queste sceneggiate allo stesso modo vi consigliamo non di limitarvi a reprimere ma al contrario di tentare di migliorare le condizioni di vita di quelle persone perché forse vi sfugge ma se a quella persona a cui viene sequestrata la mercanzia che gli permette di tirare avanti non vengono offerte alternative alla prima occasione tornerà a fare quello o qualcosa di più grave».
«E allora se proprio vogliamo promuovere la legalità perché non concedere una licenza di commercio ambulante a queste persone in modo da poter svolgere la loro attività in tutta tranquillità e contribuendo a una città davvero più sicura e accogliente perché, vogliamo ribadire, non può esserci sicurezza per le strade se per molti manca la sicurezza economica e sociale. In breve meno sceneggiate, meno propaganda e più fatti nella giusta direzione constatiamo però che la direzione è completamente errata e senza nessuna volontà di invertirla. Anzi a dimostrazione di tutto questo la denuncia che la polizia municipale intende fare nei confronti dei cittadini intervenuti nel primo caso avvenuto.