ARISTEO BANCHI (GANNA)
“SI VA PEL MONDO”
ARCI, GROSSETO, 1993 (PRIMA EDIZIONE)
EFFIGI, ARCIDOSSO, 2014 (RISTAMPA)
Il 15 giugno ricorre il 77° anniversario della Liberazione della città di Grosseto dal regime fascista, consacrata dall’ultimo scontro partigiano con l’esercito nazista in ritirata che voleva attraversare la città e che venne respinto. In quello scontro caddero quattro partigiani e due patrioti, che nel 2014 la sezione ANPI “Elvio Palazzoli” di Grosseto volle ricordare nel marmo della lapide apposta a Porta Vecchia nel luogo del loro olocausto. In quell’occasione la sezione pubblicò anche la ristampa del libro di memorie del capo partigiano Ganna. Essa è l’unica testimonianza oculare esistente di quei fatti e di quel sangue, che fondano le istituzioni democratiche ed antifasciste della città. Qui di seguito riportiamo la presentazione della ristampa che scrivemmo allora insieme con Chistian Sensi, all’epoca presidente dell’Arci.
La frase, che dà il titolo al libro, è stata ripresa da Aristeo Banchi da quella pronunciata da Giuseppe Maggiori una sera del 1922, quando venne fermato da una pattuglia mentre andava in giro nella sua continua attività di organizzatore, in risposta alla domanda dove andasse. Se ne scorge l’arguzia popolana, di chi deve stare nel generico per proteggersi, ma anche di chi per solida formazione politica internazionalista si sente cittadino del mondo.
Perché ripubblicare questo libro, ormai introvabile, se non in biblioteca o presso qualche compagno custode geloso della memoria antifascista cittadina ? “Si va pel mondo. Storie di fornai e ciclisti, di disertori e navigatori improvvisati, di poeti e volontari in Spagna, di badilanti e partigiani. Il Partito comunista a Grosseto dalle origini al 1944” è stato curato da Fausto Bucci e Rodolfo Bugiani, e pubblicato dall’Arci di Grosseto nel 1993, con un ricco apparato critico, riprodotto integralmente.
Bucci era uno studioso dell’antifascismo e del movimento anarchico, che ha avuto in custodia l’archivio di Aristeo Banchi detto Ganna, nome di battaglia come comandante della formazione garibaldina “Antonio Gramsci”, e che poi l’ha consegnato in custodia all’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
Bugiani è un medico psichiatra, militante anarchico, animatore per molti anni di un periodico follonichese “La Risveglia” di varia umanità, poi pubblicato on line. Come sezione di Grosseto “Elvio Palazzoli” dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e come presidenza dell’Arci di Grosseto abbiamo deciso di pubblicare il libro in una seconda edizione perché la memoria, soprattutto quella locale e in particolare quella dei movimenti antagonisti (come fu il Partito Comunista d’Italia clandestino sotto la dittatura fascista e poi la lotta partigiana aperta per la liberazione dall’occupazione nazi-fascista), non può solo rimanere consegnata alle biblioteche ed allo studio paziente degli storici, ma deve essere carne, sangue, cultura viva della comunità sociale che l’ha prodotta e che da essa è ancora innervata perché vi ritrovi la ragione profonda della propria esistenza.
Per la stessa ragione abbiamo preferito la pubblicazione anastatica di una copia del libro con la dedica originale di Aristeo Banchi a Raniero Amarugi, amici, compagni e testimoni dell’epoca che abbiamo appena alle spalle, entrambi militanti e animatori dell’Anpi di Grosseto. I libri sono cosa viva, si rianimano tutte le volte che qualcuno anche a distanza di secoli li riprende in mano e ne fa rivivere davanti ai propri occhi le storie più antiche; rimangono sepolti in qualche archivio, oggi nelle onnivore memorie elettroniche, dormono negli scaffali per poi destarsi più forti di prima, come sono le idee della giustizia sociale, della libertà e della democrazia.
“Si va pel mondo” si ripresenta in tutta la sua freschezza, nel linguaggio diretto, di un fornaio autodidatta, che fin da giovane, dai terribili anni Trenta del secolo scorso, scelse di stare dalla propria parte, quella del proletariato urbano, che ha scritto alcune delle pagine più nobili della storia italiana, anche in una zona periferica e allora ancora più depressa come la nostra Maremma.
Vi è anche un’altra non secondaria ragione per ripubblicare questo libro: è una delle poche fonti che racconta con gli occhi di un testimone oculare la liberazione di Grosseto: la notte del 14 giugno, in cui a fronte delle autorità fasciste in fuga i partigiani del gruppo clandestino di città, insieme alla formazione della Brigata Garibaldi “Vittorio Alunno”, occuparono il palazzo comunale, la casa del Littorio, la Prefettura; la giornata gloriosa del 15, in cui un pugno di uomini male armati difesero la città appena liberata da una colonna di tedeschi in ritirata, lasciando l’ultimo tributo di sangue alla libertà cittadina a Porta Vecchia, dove caddero quattro partigiani e due patrioti, tra loro il dedicatario della nostra sezione Anpi, Elvio Palazzoli; la festa del 16, quando – costruite le istituzioni democratiche di Grosseto, che ancora oggi la governano (il Consiglio comunale e la Prefettura) – a cose fatte arrivarono in città gli alleati. Ai sei caduti di Porta Vecchia nel 70° anniversario abbiamo dedicato una lapide a perenne memoria antifascista proprio di fronte a quella che ricorda la resistenza vittoriosa del libero comune di Grosseto alle truppe dell’imperatore Ludovico il bavaro.
Pubblicare questo libro è un altro modo per celebrare l’anniversario di quei fatti e trasmettere alle generazioni più giovani il testimone di una lotta per la libertà e la democrazia, per la difesa e l’applicazione della Costituzione, nata dalla Resistenza, che è sempre più necessaria oggi.