GAVORRANO – La storia della zona industriale il Casone dalla penna dello scrittore e giornalista Silvano Polvani.
È stato presentato questo pomeriggio al centro congressi degli ex-Bagnetti l’ultimo libro di Polvani, “Fabbrica e territorio. Il lavoro, le lotte, le imprese nell’Alta Maremma”.
La pubblicazione è stata commissionata all’autore dalla Regione Toscana e ospita la presentazione del presidente Eugenio Giani, la prefazione di Leonardo Marras, assessore regionale all’economia, oltre a un’introduzione di Antonella Mansi, ex vicepresidente Confindustria nazionale.
Alla presentazione erano presenti oltre all’autore, Andrea Biondi, sindaco di Gavorrano; Leonardo Marras, assessore regionale e Donatella Spadi, consigliera regionale. Anche tra il pubblico c’erano molti volti noti del panorama politico e industriale della zona, tra cui Francesca Travison, sindaco di Scarlino; Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria; Giovanni Fusco, amministratore delegato Venator; Daniele Tonini, assessore al Comune di Gavorrano.
«Nel libro ho ripercorso la storia del Casone – afferma l’autore Silvano Polvani – che è nato l’1 dicembre 1962 per la volontà e in seguito alle lotte dei lavoratori della miniera che chiesero che venisse costruito uno stabilimento per la trasformazione della loro pirite. Spero che possa dare dei suggerimenti e spunti di riflessione. La pubblicazione – prosegue – è a cura della Regione Toscana e a breve faremo anche una presentazione al consiglio regionale».
Polvani ha impegnato circa 18 mesi per la realizzazione del libro, soprattutto per il difficile accesso agli archivi fotografici. Infatti i volume è stato arricchito da una particolare ricerca con foto dell’archivio Edison, dell’archivio Corrado Banchi, della collezione fotografica di Giancarlo Grassi e la collezione di Silvano Volpi oltre ad altre collezioni private.
«Un libro di storia di un territorio aiuta a comprendere il suo futuro – sono le parole dell’assessore regionale Leonardo Marras -. L’industria è una risorsa di questo territorio, è l’espressione più viva del suo capitale sociale. Spesso non lo apprezziamo, riconoscerlo è doveroso. Usarla per un lavoro buono, sicuro e perché sia essa stessa protagonista del miglioramento dell’ambiente è il compito che ci spetta oggi».
«Spesso quando guardiamo il manifatturiero del nostro territorio – commenta il sindaco Andrea Biondi – ragioniamo sul presente e elaboriamo politiche che guardano il futuro. Ma se si vuole guardare al futuro bisogna in primo luogo fare un’analisi del passato e oggi è momento particolarmente interessante per farlo grazie al lavoro di Silvano Polvani».
Nel testo Polvani ripercorre la storia degli ultimi decenni di più aziende che si sono avvicendate nell’area industriale a Scarlino «portando la loro capacità, la loro tecnologia, i loro uomini migliori; qui e non altrove hanno scommesso sulle loro possibilità di essere competitivi, conseguire e aumentare la propria redditività; qui e non altrove hanno scelto di instaurare un rapporto di stima e collaborazione con tutte le componenti della società. Una storia che è avanzata nel tempo fra gli alti e i bassi, fra domande e risposte, fra contrasti e intese. Un lavoro, quello allo stabilimento, difficile, spesso avverso, ma comunque sempre difeso come simbolo di libertà e dignità delle genti. Uno stabilimento, come era stato immaginato, che segnerà in maniera permanente la vita economica, sociale e culturale del territorio, e che vedrà crescere una comunità attorno ad esso».