GROSSETO – Auguri a Orietta Berti che oggi compie 78 anni. Artista particolarmente amata dal grande pubblico, per più generazioni, soprannominata da Silvio Gigli la “capinera dell’Emilia” (ma più conosciuta come “l’usignolo di Cavriago”), nel corso della sua carriera ha venduto oltre 16 milioni di dischi, ottenendo quattro dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento.
Oggi la ricordiamo con uno dei suoi più grandi successi: Fin che la barca va, che non tutti sapranno ha una storia davvero originale.
Singolo pubblicato nel 1970, Fin che la barca va è stata scritta da Flavia Arrigoni e Lorenzo Pilat, e musicata da Mario Panzeri. Poco prima della sua uscita, Orietta Berti aveva partecipato al Festival di Sanremo presentando il pezzo Tipitipiti. La canzone, un motivetto senza pretese che sembra pensato per il pubblico delle balere, arriva al quinto posto in hit-parade.
Ma la critica continuava a puntare il dito contro la cantante di Cavrigo, nuovamente accusata di mancanza di spessore musicale. I giudizi su Orietta Berti si erano fatti sempre più critici dopo il messaggio d’addio di Luigi Tenco, contenente il noto atto di accusa verso Io, tu e le rose, che la cantante aveva portato in gara al Festival di Sanremo 1967, nel contesto del quale Tenco morì.
«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi», scriveva Tenco prima di togliersi la vita.
Ai problemi con i critici che invocano “l’impegno”, si aggiunge qualche attrito con i colleghi (da Patty Pravo a Carmen Villani), che apparentemente non amano condividere il palco con la cantante con l’aria da contadina. Tant’è che alla fine Orietta Berti, dopo la pubblicazione di Fin che la barca va, sbotta: «Ma cosa vuole da me tutta questa gente che non fa altro che denigrarmi? E’ colpa mia se c’è una buona parte del pubblico che nutre della simpatia per me? Ognuno deve fare quello che sa e che può fare. Non sono un’artista impegnata e non ci tengo ad esserlo. Di artisti impegnati ce n’è già un bel mucchio, mi pare».
E perciò, forse ha ragione il critico musicale Dario Salvatori, quando nel Dizionario della Canzone Italiana sostiene che Fin che la barca va nasce come replica a tali accuse. «E’ la canzone più impegnata che sia stata creata all’insegna e a sostegno del disimpegno – spiega -. La più coraggiosa scritta negli anni della contestazione, una sorta di beffa destinata in un certo senso a chiudere l’era del beat. Dovuta al geniale Mario Panzeri, prolifico autore di sapidi prodotti commerciali, non priva di velate allusioni sessuali, con un incalzante motivo a tempo di marcetta, rappresenta ancora oggi il cavallo di battaglia di Orietta Berti».
Testo di “Fin che la barca va”
Il grillo disse un giorno alla formica
“Il pane per l’inverno tu ce l’hai
Perché protesti sempre per il vino?
Aspetta la vendemmia e ce l’avrai”
Mi sembra di sentire mio fratello
Che aveva un grattacielo nel Perù
Voleva arrivare fino in cielo e il grattacielo adesso non l’ha più
Fin che la barca va lasciala andare
Fin che la barca va tu non remare
Fin che la barca stai a guardare
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Quando l’amore viene il campanello suonerà
E tu che vivi sempre sotto il sole
Tra file di ginestre e di lillà
Al tuo paese c’e’ chi ti vuol bene
Perché sogni le donne di città?
Mi sembra di vedere mia sorella
Che aveva un fidanzato di Cantù
Voleva averne uno anche in Cina
E il fidanzato adesso non l’ha più
Fin che la barca va lasciala andare
Fin che la barca va tu non remare
Fin che la barca stai a guardare
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Stasera mi è suonato il campanello
È strano io l’amore ce l’ho già
Vorrei aprire in fretta il mio cancello
Mi fa morire la curiosità
Ma il grillo disse un giorno alla formica
“Il pane per l’inverno tu ce l’hai”
Vorrei aprire in fretta il mio cancello
Ma quel cancello io non l’apro mai
Fin che la barca stai a guardare
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Fin che la barca va lasciala andare
Fin che la barca va tu non remare
Fin che la barca stai a guardare
Quando l’amore viene il campanello suonerà
Quando l’amore viene il campanello suonerà
(Fin che la barca va lasciala andare)
(Fin che la barca va tu non remare)
(Fin che la barca stai a guardare)