FOLLONICA – 100 euro perché non ha pagato 10 centesimi. E quanto si è visto recapitare un uomo per una vecchia multa del 2018. A raccontare la vicenda la moglie, Roberta Pieraccioli: «Mio marito ha preso due multe da 70 euro a pochi giorni di distanza a Follonica nel 2018 in un luogo dove avevano da poco messo la ZTL; ha ovviamente pagato essendo palesemente in torto, e ha anche pagato entro cinque giorni per evitare l’aggravio della sanzione».
«Pochi giorni fa gli sono arrivate due comunicazioni dalla Polizia municipale di Follonica relative a quelle multe dove si chiedeva di pagare un importo di 100,60 euro. Si tratta di due buste arrivate contemporaneamente, con due comunicazioni relative alle due diverse multe di cui sopra.
Ha cercato i bollettini pagati, pensando che forse, inavvertitamente, aveva pagato in ritardo e ora, dopo tre anni, arrivava la richiesta di integrazione. Invece i bollettini erano stati pagati entro i famosi cinque giorni. Poiché dalle due lettere non si capiva assolutamente il motivo per il quale si richiedeva il pagamento di 100,60 euro, per ciascuna multa, è andato alla sede della Polizia municipale di Follonica con i bollettini pagati e con le due comunicazioni. E lì ha scoperto che le due multe erano di 70,10 euro e non di 70 euro, quindi dopo tre anni gli viene applicata una sanzione di €. 100,60 per ciascuna multa per “errato pagamento”».
«Mi rendo conto che, rispetto a tutte le cose gravi che succedono, questa è una stupidaggine, ma ritengo che sia una vera e propria vessazione verso il cittadino – prosegue Pieraccioli -: ma come, per un errore di 10 centesimi (che è palesemente un errore visto che è stato ripetuto due volte a distanza di pochi giorni, e anche perché sfido chiunque a farsi uno sconto sulle multe sapendo bene come poi si comporta la pubblica amministrazione col cittadino, che ha sempre torto mentre la pubblica amministrazione ha sempre ragione) mi applichi una multa di 100,60? Viene quasi da pensare che si configuri un reato di usura: la Pubblica amministrazione mi ha prestato 10 centesimi e dopo tre anni ne richiede 100,60».
«A parte i paradossi, è comunque assurdo, sia perché hanno fatto passare tre anni, sia perché il buon senso direbbe o di lasciar correre o di avvisare subito il cittadino – non dopo tre anni – in modo che faccia un’integrazione immediatamente pagando 10 centesimi con un bollettino postale (per il quale si paga comunque credo 1,50) prima che gli arrivi una richiesta di integrazione di 100,60. Ma si sa, bisogna fare cassa».