GROSSETO – Quanto conta, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, il potere dell’immaginazione, la capacità di sognare, di guardare oltre? E quanto conta in questo momento storico in cui, invece, si è portati a concentrarsi molto sulla crudezza della realtà, come se non ci fosse più spazio per immaginare?
E’ per questo che venerdì 28 maggio gli studenti della scuola media paritaria “Madonna delle Grazie” vivranno una mattinata di lavoro dedicata proprio a questo potere dell’immaginazione.
E se tutto fosse possibile? Sarà la domanda che farà da filo conduttore al lavoro che gli studenti faranno con Theresia Redigolo, dipendente delle Nazioni Unite.
Redigolo lavora a Ginevra all’ufficio dei diritti umani ed è esperta di risorse umane, formazione e apprendimento. Nel suo lavoro Theresia aiuta le persone a scoprire il loro pieno potenziale applicando i principi del mindset coaching del Proctor Gallagher Institute.
L’esperienza nella quale saranno coinvolti i ragazzi parte da un dato: ogni essere umano è abituato all’uso dei cinque sensi che lo guidano nel mondo esterno. C’è, tuttavia, un altro modo di vedere il mondo dall’interno, ovvero attraverso facoltà come l’immaginazione, la percezione, la volontà, l’intuizione, la memoria e la ragione. Attraverso il percorso che sarà loro proposto, i ragazzi avranno modo di scoprire il potere dell’immaginazione e come possono usare questa capacità per incidere nella realtà intorno a loro.
“Questa iniziativa – spiega la preside Paola Biondo – sarà il momento conclusivo del percorso di educazione civica affrontato dai ragazzi. Molto entusiasti della decisione del Ministero di reintrodurre davvero l’educazione civica nelle scuole, come Istituto abbiamo impostato l’educazione civica come spazio in cui lo studente possa imparare a stare con gli altri essendo se stesso per il bene di tutti. Questa attività, che concluderà il percorso di quest’anno, permetterà loro di sperimentare che proprio l’immaginazione, la percezione, la volontà, l’intuizione, la memoria e la ragione, se ben orientate, possono davvero aiutarli a mettersi in relazione in modo nuovo e sentirsi parte di quel processo che chiamiamo, appunto, bene comune”.