GROSSETO – 48 anni fa a Montepulciano (Siena) nasceva Francesco Bianconi, frontman dei Baustelle. Oggi lo festeggiamo con L’abisso, una delle più belle canzoni del suo ultimo album Forever, il suo primo da solista, uscito il 16 ottobre scorso.
L’abisso è uscita l’8 maggio scorso, anticipando l’album pubblicato in autunno. E così Bianconi la presenta sui suoi profili social:
«Facevo tempo fa un sogno in cui uscivo la sera per andare con gli amici a cena o a bere e mi rendevo conto di essere nudo. Completamente nudo.
Nel sogno all’inizio ero a mio agio, così a mio agio che nessuno sembrava far caso al mio outfit adamitico. Poi, pian piano, cominciavo a sentir crescere l’imbarazzo, sempre di più, fino al momento in cui arrivava, inevitabile, ahimè, un senso di tremenda vergogna; e allora mi svegliavo.
Credo che “L’abisso” sia la canzone scritta dal me della prima parte del sogno. A risentirla mi sembra la voce di uno senza vestiti, o meglio di uno che aveva molta voglia di toglierseli. Senza troppi esibizionismi e invasamenti.
Una confessione assai privata, in Schumanniano andazzo».
TESTO di “L’ABISSO”
L’inverno fu tremendo, nevicò fino a febbraio
L’ulivo centenario si gelò
Durante la lezione di ginnastica
Un mattino il cuore di Giovanni si fermò
Morì mentre noi altri fumavamo nel cortile
Lasciò la terra come un dio del rock
E il treno che sfrecciava su binari di cristallo
Fu costretto dal destino ad uno stop
Da quel giorno abito un fondale di paura
Guardo il mondo senza gli occhi che vorrei
Perché che conosco bene gli uomini
Racconto i loro demoni
Ma non riesco a vivere coi miei
Perché io puntualmente evito l’abisso
Per paura di incontrarlo quando il giorno arriverà
Perché mi pagano per scrivere
Io sono bravo a fingere
A far bella figura in società
Alla mostra delle atrocità
Le ho provate tutte
Psicofarmaci, dottrine
Psicanalisi, preghiera ed altri sport
Son diventato padre, Re di Francia, Casanova
Ho respirato, ho preso botte, ho fatto boxe
Eppure non riesco ad affrontare il Leviatano
O a invitare a cena Babadook
A volte sogno il sangue, poi mi sembra di impazzire
Di perdermi e non ritrovarmi più
Io disperatamente abito orizzonti di paura
Guardo il mondo senza gli occhi che vorrei
Perché conosco bene gli uomini, racconto i loro demoni
Ma non riesco a scrivere dei miei
Però da troppo tempo evito l’abisso
Per paura di tradirlo quando il gallo canterà
Per questo non voglio più scrivere
Mi sta sul cazzo fingere
Discendo nell’abisso, finalmente dentro me
Perché di stare a masturbarmi non mi va
Io sono qui per arruolarmi
Amare e piangere con te
Per vedere quale guerra scoppierà
Perché la notte ora è bellissima
E stanotte tu sei mia