GROSSETO – “Italia Viva può dire di averci provato ad intervenire sui danni causati dalla sciagurata riforma del Titolo V° dela costituzione varata da Massimo D’Alema. Oggi constatiamo gli effetti disastrosi causati da quel provvedimento”. Inizia così una nota a firma di
Luciano Luciani, Italia Viva Colline del Tufo, e Clito Tattarini, Italia Viva Amiata.
“Negli anni abbiamo, infatti, assistito alla nascita di veri e propri mostri burocratici sparsi per l’Italia – scrivono – che invece di garantire la vicinanza ai bisogni hanno allontanato i cittadini. Non è un problema esclusivo della Toscana, ma anche da noi la Regione è fatta di chiari e scuri, spesso più scuri che chiari. L’ultimo recente episodio legato alla negazione dei permessi per il campionato Europeo di Trial ha in se due risvolti entrambi gravissimi, uno nella forma e l’altro di merito.
La forma. Come per ogni manifestazione internazionale l’iter autorizzativo è stato avviato dagli organizzatori per tempo. Nessun apparente intoppo pareva ostacolare il regolare svolgimento del Campionato, e tutti gli investimenti necessari sono stati fatti, negli alberghi sono state aperte le prenotazioni e così via. Il diniego regionale è arrivato a pochi giorni dall’evento provocando un danno economico e di immagine per il territorio. Eppure la Pernice e il Biancone nidificano ogni anno anche se non sappiamo se lo facciano nei luoghi previsti dal Trial! Perché non si è bloccato l’iter all’inizio, segnalando questi problemi?
La sostanza. La montagna è un luogo importante dal punto di vista ambientale come pressochè tutta la provincia di Grosseto, questo non vuol dire che per difenderla sia necessario congelarla, fermare tutto, ogni attività o iniziativa. Italia Viva Amiata e Colline del Tufo con i suoi rappresentanti è intervenuta sulle prescrizioni assurde dettate per la silvicolura. Anche in quel caso si cerca di appesantire con prescrizioni e dinieghi un’attività essenziale per la manutenzione del bosco e per il sostegno alla vita. Norme assurde vengono utilizzate come strumento di potere degli apparati creando di fatto un contropotere politico”.
“Riteniamo che sia giunto il tempo di ridare ordine – aggiungono – È urgente cambiare le regole, ridimensionare il ruolo di funzionari e burocrati, ridurre al minimo le formalità badando alla sostanza delle cose. Se non lo farete in Toscana ci sarà sempre un’altra regione pronta ad accogliere ciò che noi cacciamo come è successo in questo caso con la Lombardia che in due giorni ha autorizzato il nostro Campionato Europeo di Trial e ospiterà turisti, visitatori e accompagnatori che avrebbero portato lavoro e noorietà a Santa Fiora e dintorni. Siamo sconcertati e delusi dalla superficialità con cui è stata gestita la vicenda dall’assessora all’ambiente Monni e siamo al fianco del sindaco Balocchi in questa legittima protesta. Il rischio e il paradosso è che ora gli uffici regionali ci dicano che anche il rumore delle motoseghe e dei trattori utilizzati per lavorare dia fastidio alla cova di qualche volatile e debbano essere silenziati”.