GROSSETO – “Che significa essere giovani oggi? Che aspettative ha un giovane, come vede il suo futuro, che capacità – culturali, di socializzazione, manuali – ha acquisito durante il suo percorso formativo? Sono tutte domande di ampio respiro che aleggiano nella nostra società prive di risposte certe”. Inizia così una lettera ai giovani di Emanuele Perugini, candidato sindaco di Grosseto.
“Greta Thunberg – aggiunge Perugini – ha acceso per un momento il riflettore sui giovani e sul futuro della terra, minacciato da un ambiente sempre più invivibile per l’azione dell’uomo stesso, ma a quanto sembra questa luce si sta affievolendo, e nella vita di tutti i giorni non troviamo traccia di azioni concrete in risposta alla richiesta di cambiamento espressa in quei giorni. Ma questa società – in concreto -cosa offre alle nuove generazioni? Il Covid ha segnato un momento di riflessione, mettendo in luce le contraddizioni di un sistema basato sul consumo, ma la linea tracciata per superare la pandemia, “tornerà tutto come prima” non è una grande aspettativa per chi prima incontrava enormi difficoltà a costruire il proprio futuro”.
“Sappiamo che, ormai da decenni – afferma il candidato sindaco – molti degli italiani più capaci emigrano per cercare condizioni migliori di vita e di crescita lavorativa, contribuendo ad un impoverimento complessivo di una società che appare incapace di rinnovarsi. Chi resta spesso continua il lavoro dei padri, o comunque ha bisogno del loro aiuto per collocarsi in un mondo del lavoro articolato in corporazioni, dove la mobilità è spesso legata a fattori affettivi più che a criteri meritocratici. Su questo dato di fondo si inserisce la realtà maremmana. Cosa offre questo territorio ad un giovane che vuole crearsi il proprio futuro qui? Ovviamente la Maremma nasce con una forte vocazione agricola e zootecnica, ma delle piccole stalle di cui era piena quando nacque la centrale del latte ne restano poche. Singolare anche che l’azienda più innovativa del territorio (Sfera agricola) non sia espressione della capacità imprenditoriale locale. La filiera di trasformazione, di valorizzazione del prodotto e di accesso diretto al mercato di vendita al dettaglio è assai carente. Negli anni sono stati fatti molti i tentativi, ma non c’è stata la capacità di “metterli a sistema”, e diversi si sono risolti in spot elettorali veri e propri”.
“Anche il turismo vero e proprio, per lo più balneare – spiega – comunemente considerato trainante dell’economia grossetana, è stato orientato verso le seconde case, con un impatto notevole in termini di consumo del territorio, e una volta terminato il boom edilizio sono crollate le prospettive di lavoro. Io ho un lavoro e una famiglia, ma se guardo al futuro di mia figlia di tre anni non riesco a immaginarlo, e soprattutto non so su cosa potrà contare lei per costruirselo. Mi piacerebbe però che potesse essere libera di cercare la sua strada qui in Maremma, senza per questo doversi necessariamente accontentare”.
“Superare questa situazione di estrema incertezza, di mancanza di punti di riferimento, per recuperare uno sguardo al futuro che non sia solo avvelenato dalla fosche previsioni determinate dall’esplosione dei problemi ambientali mi sembra un passaggio fondamentale per riavviare una società che ai miei occhi appare bloccata intorno agli stessi problemi irrisolti che si trascinano da decenni, a livello nazionale come a livello locale – insiste Perugini – Questo a mio avviso non può esser fatto solo chiedendo agli attuali attori di governare lo sviluppo di un territorio: questa ricetta è già stata sfruttata in passato e non ha pagato. Per questo chiedo ai giovani di avvicinarsi alla politica, creando un percorso che gli offra la possibilità di crescere per arrivare un domani ad affrontare problemi complessi. Per questo propongo di andare a recuperare gli elementi positivi dell’esperienza delle circoscrizioni, creando i consigli di quartiere e di frazione previsti dall’art.8 del Tuel quale elemento di partecipazione alla crescita sociale del territorio in cui viviamo. La politica ha l’obbligo di investire sul futuro dei giovani, che poi è il futuro di tutti, e di offrire loro la possibilità di trasformarsi in protagonisti della Maremma di domani, e loro hanno il dovere morale di dare il loro contributo in termini non solo di idee, ma anche di entusiasmo, voglia di mettersi in discussione, passione, onestà intellettuale, tutti valori che oggi fatico e a vedere in politica, e senza i quali una società non progredisce”.