GROSSETO – E’ il 10 maggio 1973 e Giorgio Gaber pubblica il singolo Lo shampoo. Nella stagione teatrale del 1972-73, Gaber lo introduce così: “…l’importante è che ognuno abbia dentro di sé una forza, un’energia, una grande vitalità. Perché quando si ha questa energia, va bene tutto. E quando non si ha questa energia…”, e parte: Una brutta giornata / chiuso in casa a pensare / una vita sprecata / non c’è niente da fare / non c’è via di scampo / mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo..
Lo shampoo infatti non è solo il mezzo con cui lavarsi i capelli: per il Signor G farsi lo shampoo diventa un conforto dagli eventi negativi, dallo stress, dalla quotidianità, dal malumore. La schiuma – infatti – è una cosa buona, come la mamma, che ti accarezza la testa quando sei triste e stanco: una mamma enorme, una mamma in bianco.
Non solo, la schiuma svolge anche un ruolo purificatore, salvifico. E questo Gaber lo spiega nei numerosi finali realizzati per il brano, dove la tonalità ironica che caratterizza tutto il pezzo si rafforza, in un climax ascendente che sfocia, appunto, nell’epilogo. Nella versione originaria La schiuma è una cosa pura come il latte / purifica di dentro / La schiuma è una cosa sacra / che pulisce la persona meschina abbattuta oppressa / una cosa sacra come la santa messa.
Ma nelle sue tante messe in scena – non dimentichiamoci che per Gaber la canzone è anche e soprattutto teatro, dunque in balia dell’improvvisazione – la schiuma, che è una cosa sacra, è anche una vacca indiana che assopisce questa smania tipica italiana, oppure è come la democrazia.
La schiuma è una dolce cascata che ti dà un senso di pace, di benessere, di pulizia. La schiuma è una cosa pura. E sacra. E bianca, come la democrazia.
Ed eccolo Gaber che, come sempre accade nelle sue “canzonette”, sferza una critica ad uno dei tanti indiscussi pilastri della società occidentale. Che sia la democrazia o la Chiesa (o meglio la religione, intesa come costrutto sociale) poco importa: entrambe sono perennemente messe in discussione nelle sue opere. Quello che è certo, nel caso di Lo shampoo, è che approfondire questi temi è cosa fin troppo seria per una lavata di capo, per cui Fffffff… Fon.
TESTO (versione tre)
Una brutta giornata
chiuso in casa a pensare
una vita sprecata
non c’è niente da fare
non c’è via di scampo
mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo.
Una strana giornata
non si muove una foglia
ho la testa ovattata
non ho neanche una voglia
non c’è via di scampo
devo farmi per forza uno shampoo.
Ssssssccccccende l’acqua, scroscia l’acqua
calda, fredda, calda…
Giusta!
Shampoo rosso e giallo, quale marca mi va meglio?
Questa!
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve.
[parlato]: La schiuma è una cosa buona, come la mamma, che ti accarezza la testa quando sei triste e stanco: una mamma enorme, una mamma in bianco.
Sciacquo, sciacquo, sciacquo.
Seconda passata.
Son convinto che sia meglio quello giallo senza canfora.
I migliori son più cari perché sono antiforfora.
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve.
[parlato]: La schiuma è una cosa pura, come il latte. Purifica di dentro. È una dolce cascata che ti dà un senso di pace, di benessere, di pulizia. La schiuma è una cosa pura. E sacra. E bianca… come la democrazia!
Sciacquo, sciacquo, sciacquo.
Fffffff… phon.