GROSSETO – Sei maremmano se dici: “Corni”. Questa parola, comunissima, in Maremma è utilizzabile nel contesto di discorsi più differenti tra loro, seppure tutti richiamino il concetto di tradimento amoroso.
Qualche esempio. “Ah, unn’e’ un corno, vai!”, dicevano le nostre vecchie nel vedere un bimbo o una bimba tanto somiglianti al loro babbo. Come a dire: tutto il su’ babbo, dunque la mamma è stata boncitta…
Un’altra espressione colorita: “quello? Ha più corni lui che un cesto di lumache”, per dire senza troppe perifrasi che la moglie tanto boncitta un deve esse stata. Naturalmente l’espressione si declina a che al femminile: può essere stato il marito piuttosto vivace.
E ancora: “acciderba a te e a tutti i tu’ corni!”, esclamazione che si accosta ad uno stato di stupore o di sobbalzo, di fronte a una persona che ci fa strozzare dalla paura o che ci fa inviperire per qualcosa che ha detto o fatto.
Poi ci sono altre due accezioni del termine “corno”. Una è utilizzata per dire che un’altra persona non si accontenta mai o è indifferente a tutto….e allora “tanto è sognagli un corno che un violino…”. L’altra è una variante a “non capisci niente”: “Ma sai un corno te!”