ROCCASTRADA – “Il Club Alpino Italiano (Cai), Sezione di Grosseto, vuole mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Autorità competenti sulle condizioni in cui versa il Castello del Belagaio e l’area boschiva circostante”, scrive, in una lettera indirizzata al sindaco di Roccastrada Francesco Limatola, al presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e al presidente della Regione Eugenio Giani, il presidente Giovanni Talocchini.
“Il Castello, esempio tra i più antichi, suggestivi e ricchi di storia del territorio maremmano – prosegue -, di originario impianto medievale e di pregevoli sviluppi successivi, è infatti inserito all’interno della Riserva Naturale di Popolamento Animale di Belagaio, facente parte della più ampia Riserva Naturale Provinciale della Val di Farma, che rappresenta a propria volta un contesto naturalistico e paesaggistico di assoluto interesse della nostra Provincia.
Oggi destano grande preoccupazione lo stato di abbandono del Castello, che risulta chiuso al pubblico, così come le condizioni del parco di lecci secolari che lo circonda.
Già nei mesi scorsi il socio Cai Roberto Tronconi, speleologo e documentarista, ha riacceso i riflettori su questo tema, con articoli apparsi sulla stampa locale e con iniziative sui social, pubblicando alcune foto che documentano lo stato di degrado di alcune strutture del Castello e dell’area circostante.
Il Cai Grosseto, da sempre attento alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico, in particolare del nostro territorio provinciale, condivide l’allarme lanciato dal proprio socio e segnala alle Autorità competenti la necessità di assumere iniziative che garantiscano l’adeguata conservazione delle strutture architettoniche e degli ambienti del Castello e delle sue dipendenze, nonché finalizzate alla cura del bellissimo ambiente nel quale è inserito.
Sotto altro aspetto, il Cai Grosseto auspica anche un rilancio dell’intera Riserva del Belagaio, al fine di favorirne la migliore, piena e pubblica fruizione. Si tratta, infatti, di una splendida risorsa del nostro territorio, che merita di essere preservata e valorizzata per le sue straordinarie potenzialità, sia a beneficio dei nostri concittadini maremmani, sia dei turisti che numerosi ogni anno lo frequentano, sempre più innamorati dei nostri luoghi e della nostra storia”, conclude Talocchini.