GROSSETO – “Come gruppo M5s abbiamo fatto richiesta per visionare la relazione firmata dell’Università di Siena relativa alle emissioni di gas serra emesse nel triennio 2017/2019 dal Comune di Grosseto”, spiega la consigliera comunale pentastellata Francesca Amore.
“Conosciamo tutti – prosegue – (salvo una folcloristica parte dei consiglieri di maggioranza, evidentemente – vedi ultimo consiglio comunale) quali siano gli obiettivi che anche il nostro Comune, e lo sottolineo, deve (o doveva) raggiungere entro il 2020, entro il 2030 ed entro il 2050.
Questi, per i sopra descritti ancora ignari colleghi, i diversi step in successione:
entro il 2020, riduzione della CO2 del 20% rispetto ai valori del 1990
entro il 2030, riduzione della CO2 del 55% rispetto al 2020
entro il 2050, ottenimento della Carbon Neutrality, ovvero le emissioni generate devono coincidere con le emissioni assorbite.
Sappiamo tutti, adesso, che gli interventi, le azioni ed i programmi per il perseguimento di tali obiettivi, sono e saranno a carico delle diverse amministrazioni locali, le quali, attraverso il supporto delle Regioni e del Governo centrale, dovranno pianificare tutti gli interventi necessari al raggiungimento dello scopo.
All’interno di questo quadro complesso di pianificazione ci sono poi i dati, in questo caso elaborati dalla università di Siena, che in evidente controtendenza, fotografano una situazione particolarmente seria ed allarmante.
Questa in breve la situazione sulle emissioni locali:
2017 – il Comune di Grosseto ha emesso 395.559 di CO2-eq
2018 – il Comune ha emesso 401.739 di CO2-eq
2019 – il Comune ha emesso 406.740 di CO2-eq
Il dato, seppur di poco in aumento, doveva oggi evidenziare un trend in decisa riduzione. Quindi, nonostante i pochi interventi sui rifiuti e sulla sostituzione di tecnologia a led per l’illuminazione di alcune aree della nostra città, le “azioni” pianificate dalla amministrazione sono del tutto irrisorie. Siamo in una situazione di stasi ed il 2030 è piuttosto vicino.
Altro dato da sottolineare è il seguente: se la Carbon Neutrality è il risultato finale di un processo che vede emissioni e compensazioni equivalersi, ad oggi, siamo a commentare una situazione che descrive la famosa “azione compensativa” esistente, come pari ad 1/6 di quella necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Ovvero, l’azione compensativa mediante calcolo sulla “foresta equivalente”, ad esempio, non è e non potrà essere assolutamente sufficiente, se non supportata da altre azioni strategiche parallele per la riduzione della CO2 (trasporti, rifiuti ed edifici, energie rinnovabili).
Per dovere di cronaca, ad oggi la quantità di verde disponibile esistente nel nostro comune si aggira intorno ai 50 Km2. Dovremmo piantare altri 250 Km2 di verde se si volesse puntare alla compensazione con il solo “favore degli alberi” e questo sappiamo che è impossibile.
Nonostante tutto è ancora fondamentale perseguire l’obiettivo della forestazione urbana come azione complementare alle altre sopra descritte, anche per tutta una serie di benefici paralleli come la riduzione delle polveri sottili, l’attenuazione dei picchi di calore o senso di ritrovato benessere. Piantare alberi ovunque sia possibile, incentivare progetti di tetti e facciate verdi.
Nulla di tutto questo in 5 lunghi anni: il progetto last minute del parco è naufragato ed il tema verrà nuovamente rimandato a data da destinarsi.
Siamo seriamente in ritardo.
A margine di tutta questa premessa, possiamo allora contare sull’efficientamento energetico degli edifici grazie al bonus 110% del Governo Conte?
Si, sicuramente, soprattutto se tale misura riuscirà a diventare strutturale come ancora ci auguriamo.
E poi, come e dove possiamo agire: sul consumo di suolo? Troppo tardi, questa amministrazione ha favorito al massimo possibile la diffusione di nuove edificazioni anche in assenza di crescita urbana amplificando il problema legato ad i trasporti, al consumo di risorse e al degrado di aree urbane così sostituite.
Sui rifiuti? Certo, ma attenzione, il focus di questa amministrazione è il riciclo. In realtà la politica deve puntare oggi soprattutto sulla riduzione dei rifiuti, attraverso una campagna di incentivazione fiscale mirata (meno produco più risparmio) e sul RIUSO (che è diverso dal riciclo) legato a sua volta anche alla problematica della obsolescenza pianificata.
Insomma, ancora una volta evidenziamo un pacchetto di azioni confuse, senza visione, coordinamento e prive di un disegno univoco e coerente.
Dopo 5 anni, siamo evidentemente convinti di ciò che sosteniamo.
Facciamoci una domanda. Come mai il sindaco mette in piedi una squadra di persone per le prossime elezioni comunali in cui un negazionista della “crisi climatica” dichiarato, uno che probabilmente ritiene anche che la CO2 sia tutto sommato un fattore positivo, potrebbe verosimilmente diventare il prossimo assessore all’ambiente?”, conclude la consigliera del Movimento 5 stelle.