GROSSETO – Maggio in Maremma non significa solo arrivo della bella stagione. Maggio in Maremma significa principalmente tradizione. E’ il mese dei maggerini, che con i loro canti salutano l’arrivo del nuovo mese.
I Canti del maggio affondano le loro radici in tempi antichissimi, risalenti al Medioevo. Come molte tradizioni popolari ancora seguite, anche i Canti del maggio hanno origini pagane: si tratta di un rito legato al culto degli alberi e alla celebrazione della bella stagione che festeggia l’abbondanza e vuole essere di buon augurio per il raccolto che verrà.
Tradizione vuole che nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio gruppi di persone – i maggerini (o maggiolini) – si spostino in giro per le campagne da un podere all’altro, indossando cappelli di paglia addobbati di fiori e cantando. In ogni podere portano infatti canti augurali, stornelli, storie, e in cambio ricevono cibo e, ovviamente, vino.
Ogni gruppo è composto da alcune figure immancabili: il poeta, ovvero un improvvisatore che crea stornelli in ottava rima; un alberaio, che ha il compito di portare un ramo di alloro addobbato simbolo di abbondanza; un suonatore, solitamente di fisarmonica, oppure la chitarra; un corbellaio, ovvero colui che tiene il corbello, il cesto di vimini dove vengono depositati i doni; i maggierini, che devono essere almeno quattro.
Dopo la notte trascorsa a cantare di casa in casa, i maggerini fanno ritorno in paese, e nelle piazze continuano i festeggiamenti con nuovi canti, balli e consumando il cibo e il vino con cui le persone li hanno omaggiati.
Come tante altre tradizioni, negli anni anche i Canti del Maggio hanno subito un periodo di crisi, ma oggi continuano a sopravvivere soprattutto grazie a varie associazioni del territorio che proseguono nella meravigliosa attività della valorizzazione dei canti popolari.
Sfortunatamente, nel maggio 2020 e 2021 la pandemia ha impedito la realizzazione dei tradizionali eventi maremmani, ma i cantori del territorio sono già pronti ed emozionati per il prossimo anno.