MONTIERI – «Abbiamo letto con grande attenzione il piano nazionale di ripresa e resilienza approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri e destinato adesso all’invio in Europa» afferma il sindaco di Montieri Nicola Verruzzi. «Lo abbiamo letto poiché attendevamo con grande curiosità e speranza il più grande piano di investimenti dell’Italia repubblicana».
«Lo abbiamo esaminato con cura e lo approfondiremo ancora per farci trovare pronti, anche nel nostro piccolo, e tentare così, grazie al piano, di sviluppare progettualità strutturali sugli ambiti più sensibili e maggiormente importanti per il nostro territorio ed il suo sviluppo futuro».
«Si tratta di un documento estremamente corposo ricco di intenti e che nelle varie missioni in cui è suddiviso tocca gli aspetti maggiormente salienti della nostra società e della nostra economia tra grandi classici (come la riforma della giustizia e la semplificazione burocratica) e temi centrali del nostro tempo come il rilancio delle aree interne, rurali e montane (di cui mi onoro di essere stato tra i primi in Italia a parlarne) e la transizione ecologica in un’ottica di contrasto ai cambiamenti climatici e di doverosi e profondi mutamenti nel nostro modo di vivere e nel nostro modo di intendere la società e la quotidianità.
Il tema della transizione ecologica occupa un posto di rilievo assoluto nel progetto di Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) e tocca moltissimi aspetti della nostra vita e della nostra società: dalla mobilità sostenibile, all’efficientamento energetico dei processi produttivi, a quello del patrimonio immobiliare e scolastico sino al rilancio strutturale delle energie rinnovabili verso una decarbonizzazione del nostro paese a cominciare dalle aree metropolitane che costituiscono i fattori di consumo energetico e di inquinamento più rilevanti e che andranno strutturalmente ripensate» prosegue Verruzzi.
«Approfondendo le parti relative al processo di transizione ecologica si osserva come si passino in rassegna molte fonti rinnovabili e si vada a dedicare una parte corposa perfino allo sviluppo dell’idrogeno in un’ottica di decarbonizzazione; è sconfortante che in tale scenario non si sia stata spesa una parola per l’energia geotermica, per il contributo che questa risorsa e i territori geotermici hanno generosamente portato al paese, e per il suo futuro. Così dopo la mancata incentivazione della risorsa e la sua esclusione dal FER che perdura da oltre tre anni si rischia di escluderla completamente dal piano come risorsa protagonista del green new deal del nostro paese».
«Vogliamo sperare che le misure di attuazione che si dovranno adottare nei prossimi mesi rimedino alla mancanza ma certo la situazione che si è delineata non fa stare tranquilli i territori geotermici e non dovrebbe far stare tranquilla neppure la Regione Toscana in cui 1/3 dell’energia elettrica proviene dalla coltivazione di questa risorsa con notevoli benefici, quindi, economici ed ambientali per l’intera Regione.
Ci sarebbe da chiedersi se il bacino geotermico toscano fosse stato in Germania o in Francia che posto avrebbe avuto in un simile piano di rilancio dopo l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
Ho già scritto al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro della Transizione Ecologica Cingolani rilevando questa assoluta mancanza che costituisce un danno potenziale enorme per questi territori. Auspico, e ne sono certo, che il Presidente Giani saprà farsi portavoce nei confronti del governo chiedendo con forza che l’energia geotermica abbia il posto che merita, tra le rinnovabili, nel Pnrr e più in generale nel percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica del nostro paese».
«In una fase di incertezza come quella che stiamo vivendo, tanto sul fronte della mancata incentivazione della risorsa quanto su quello della prossima scadenza delle concessioni e di una fase perdurante a rilento degli investimenti che sta minando fortemente la tenuta economica e sociale dei territori, un non inserimento della geotermia nel Pnnr rappresenta un danno grave e soprattutto un ulteriore elemento negativo nella programmazione di futuri investimenti e di attrattività di players industriali» continua il sindaco.
«E’ bene che anche Enel faccia la sua parte e che dall’alto della sua forza economica e comunicativa sappia veicolare un messaggio chiaro al governo ed indirettamente alla Regione ed ai territori: un messaggio di forte convinzione per il presente ed il futuro di questa risorsa».
«C’è da interrogarsi, poi, sul perché si parli nel mondo della geotermia in Islanda e si fatichi a conoscere a fondo quella toscana perfino in Italia: un interrogativo, questo, che deve chiamare in causa tutti gli attori territoriali coinvolti ed a tutti i livelli. Ci si è guardati troppo l’ombelico in questi decenni e non si è stati capaci di mettere veramente a sistema le potenzialità di questa risorsa e soprattutto di farla conoscere al mondo».