GAVORRANO – “Ancora una volta leggiamo sconcertati le esternazioni serali del sindaco di Gavorrano il quale, in seguito all’isolamento totale in cui si è trovato dopo aver promosso l’ipotesi di riapertura dell’inceneritore, ha di colpo cambiato argomento affrontando quello dello stoccaggio dei gessi rossi”, a parlare la capogruppo di Movimento Gavorrano Bene Comune Patrizia Scapin.
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“Un problema importante che apre tre questioni altrettanto importanti – prosegue -: l’occupazione, la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini, tre temi sui quali sarebbe bene ragionare con pacatezza ed equilibrio.
Come Gruppo Gavorrano Bene Comune su questo argomento abbiamo una posizione chiara espressa tre anni fa e non abbiamo ad oggi nessun motivo per cambiarla.
Vorremmo precisare alcuni elementi a nostro avviso non secondari. Dal 2004 ad oggi, cioè dall’accordo volontario tra enti locali e l’allora Tioxide, oggi Venator, nulla è cambiato. L’azienda, oltre a vari tentativi di ridurre la quantità di rifiuti, non è riuscita a diminuire il rapporto di 1 a 6 tra prodotto e rifiuto. Quindi le responsabilità sono da attribuire all’azienda stessa, che ogni qual volta intravede delle difficoltà anziché impegnarsi a trovare soluzioni, ricorrendo al ricatto occupazionale scarica le problematiche sia sul territorio sia verso chi in quel momento amministra sia verso la politica.
Quello che ci dispiace è che anche i lavoratori seguano questa strada e questo è sconcertante, perché si realizza la tempesta perfetta cioè una guerra tra poveri che salvando l’azienda da tutte le sue grosse responsabilità, che nessuno potrà mai cancellare, la assolve e sposta il dibattito su un terreno che non serve per affrontare i problemi.
Per affrontare e risolvere problemi di questo genere serve una grande unità tra le categorie e i soggetti politico istituzionali dei territori come abbiamo imparato dalle grandi vertenze che la nostra zona ha conosciuto e vinto nel passato.
Pensare ai ripristini con i gessi rossi delle cave presenti a Gavorrano oggi è fuori dal tempo e dalla storia poiché vi sono problematiche importanti e difficilmente superabili.
La Bartolina è una cava lambita dal fiume Bruna e colpita da alluvioni, oltre ad essere composta da un terreno talmente friabile che costituirebbe un rischio, quindi non proponibile per questa scelta.
La cava della Vallina presenta problematiche diverse: è situata a ridosso di tre frazioni del Comune di Gavorrano dove vive la stragrande maggioranza della popolazione del nostro Comune, è collocata in un luogo che ad oggi non consente una viabilità alternativa rispetto a quella già presente, infine è situata in prossimità di una delle falde acquifere più importanti di tutta la zona nord e che potrebbe subire quello che ha subito la falda presente sotto la cava di Montioni. Non ultimo è il fatto che la cava della Vallina è a ridosso del Geoparco delle Colline Metallifere patrimonio dell’Unesco, sul quale sono stati investititi centinaia di milioni della comunità gavorranese e ci stupiamo che l’Istituzione Parco non abbia nulla da dire su questo.
Non possiamo, come avviene sui social, non tenere in considerazione quanto è emerso dai lavori della Commissione Parlamentare Ecomafie, che nel suo lavoro è stata supportata dai tecnici dei vari settori, che ha rilevato questioni importanti le quali meritano una riflessione serie e approfondita da parte della politica e da tutti i soggetti interessati.
Noi pensiamo che l’azienda debba dotarsi di una discarica autorizzata e controllata per poter proseguire il lavoro e di conseguenza il mantenimento dei livelli occupazionali.
Concludiamo riaffermando che stiamo dalla parte del lavoro e dei lavoratori e che siamo pronti a batterci per i loro diritti e la loro tutela, consapevoli che nel 2021 il tutto può collimare con la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini secondo i principi della transizione ecologica”, conclude Scapin.