GROSSETO – Il circolo di Fratelli d’Italia di Gavorrano e Roccastrada, per bocca dei presidenti Moreno Bellettini e Fabrizio Fabiano, intervengono sulle dichiarazioni del sindaco di Gavorrano Biondi, ribadendo con coerenza quanto in parte aveva proposto anni addietro la destra civica su questo delicato tema.
“Premesso, – dicono Bellettini e Fabiano – che come Fdi siamo favorevoli a trovare una risposta positiva sullo stoccaggio dei rifiuti relativi al processo produttivo della Venatur e non solo, per garantire ai lavoratori il futuro produttivo dell’area industriale del Casone, ma nel contempo auspichiamo anche una risposta eco-sostenibile”.
“Quest’ultima, – commentano i due esponenti di Fdi – supportata da meno chiacchiere o vaghe promesse che si trascinano ormai da anni, ma da piani industriali seri, così da limitare in modo massiccio la produzione di rifiuti o fonti inquinanti non controllabili, e al tempo stesso individuare siti di stoccaggio idonei e lontani da corsi d’acqua. Ad esempio, siti simili a quello di Montioni, dove a nostro avviso, visti anche i pareri degli organi di controllo ambientale, si sta completando un accettabile ripristino della cava”.
“Dopo questa doverosa premessa ci chiediamo: per quale motivo il sindaco Biondi torna fuori tempo sull’argomento? Mentre 4/5 anni fa, la comunità gavorranese era in dibattito sulla opportunità di utilizzare le cave del territorio di Gavorrano, Biondi dov’era?”
“Ricordiamo, – precisano Bellettini e Fabiano – che dalla discussione popolare voluta dalla Regione Toscana, con una spesa di circa 38.000 euro, dopo mesi di confronti e dibattiti, prevalsero alcune considerazioni, tra le quali: già nel 1994 il Tar e il Consiglio di Stato rifiutarono la possibilità di usare la cava della Bartolina come sito per stoccaggi a discarica. Pertanto, oggi come allora, riteniamo inopportuno riproporla”.
“Viste le caratteristiche dei gessi rossi, – spiegano – il rifiuto non è idoneo a stoccaggio per ripristini alla Bartolina, dove le acque del fiume Bruna, attraverso le fessurazioni della roccia, scorrono nella cava, pompe di drenaggio sono continuamente in funzione per evitare allagamenti. Poi, nessun intervento, o pozzi o fossati, possono garantire ed arginare eventuali alluvioni, visto che non è possibile stabilire la portata delle medesime. (l’area è classificata a rischio alluvioni). Tutte le normative e leggi europee, nazionali, locali e gli accordi in essere, prevedono che non si possono stoccare rifiuti che, nell’immediato o nel tempo, possano arrecare danni e inquinamento alle falde acquifere. Quindi, anche i gessi rossi devono essere stoccati in luoghi compatibili con gli stoccaggi di questi materiali, e pertanto distanti da aree dove sono falde acquifere”.
“Il tutto, – continuano – era già stato sufficientemente dibattuto, come era anche chiaramente emerso un appello, come quello fatto al comune di Gavorrano, alla provincia di Grosseto, alla Regione Toscana, e a tutti i soggetti che hanno dato il permesso di estrazione alla cava della Bartolina, di far concretizzare al più presto il progetto presentato dai titolari della cava, per ottenere il permesso del nuovo sito di estrazione”.
“Adesso, sono passati altri quattro anni, ed il comune di Gavorrano, il soggetto determinante per concedere lo sfruttamento della cava, non ha fatto niente per far realizzare il progetto di ripristino ambientale, come la creazione di un laghetto, di un bosco o di un argine di contenimento a tutela dell’area. Progetto a nostro avviso, ma si presuppone anche da parte di chi lo ha a suo tempo approvato, molto più consono al contesto ambientale, e socioeconomico, al paesaggio e gli usi futuri dell’area che verrebbe valorizzata sia esteticamente che materialmente”, concludono Bellettini e Fabiano, Fratelli d’Italia Gavorrano e Roccastrada.