GROSSETO – «In questa provincia si registrano le tariffe più alte d’Italia per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani» affermano il Forum ambientalista e l’associazione Grosseto al centro che scrivono ai sindaci di Follonica Andrea Benini, Roccastrada Francesco Limatola, Massa Marittima Marcello Giuntini, Monterotondo Marittimo Giacomo Termine, e Montieri Nicola Verruzzi. «I sindaci della zona nord hanno pubblicamente chiesto di modificare la convenzione firmata nel 2005 da Giovanni Lamioni, al tempo presidente dell’Ato rifiuti, con la quale si vincolano i Comuni della provincia di Grosseto a conferire al gestore privato dell’impianto delle Strillaie la stessa quantità di rifiuti indifferenziati fino al 2040».
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«In controtendenza ad una fase storica in cui la produzione dei rifiuti va progressivamente diminuendo, Grosseto deve conferire alle Strillaie una quantità costante di rifiuto indifferenziato destinato ad essere bruciato negli inceneritori. Ovvio che se si differenziasse, recuperando dai rifiuti i materiali capaci di bruciare (carte, plastiche e organico), non ci sarebbe più combustibile da bruciare. Perciò Grosseto non può rispettare le percentuali di raccolta differenziata stabilite dalla legge ed è costretta a pagarne le penali».
«Si tratta di fatto di una convenzione contraria a tutte le previsioni di buon senso e ai vincoli di legge che hanno puntato dagli anni ’90 alla crescita della raccolta differenziata per recuperare materie utili dai rifiuti – proseguono le due associazioni -. Un ostacolo per l’intera provincia non soltanto alle buone pratiche, come la raccolta porta a porta, ma anche alla creazione di occupazione stabile e artigianale che in altre province d’Italia, selezionando e recuperando le materie prime, ha fatto registrare discreti redditi d’impresa e il dimezzamento del costo complessivo del servizio, e di conseguenza delle tariffe a carico dei cittadini, grazie agli incassi provenienti dalla vendita di tali frazioni alle industrie».
«Per cambiare basta copiare dalle migliori realtà già operanti in molte altre province italiane. Anche in Toscana esistono ben 41 Comuni che hanno aderito alla Strategia Rifiuti Zero cioè a quell’insieme di pratiche collaudate che tendono a ridurre e recuperare la gran parte dei rifiuti urbani. Oltre a Viareggio, con il sindaco Giorgio Del Ghingaro e a Capannori con Luca Menesini, ci sono i sindaci di Sesto Fiorentino, di Carmignano, di Calcinaia in provincia di Pisa che ha ottimi esempi anche di applicazione della tariffa puntuale. Cogliamo l’occasione del prossimo convegno programmato per l’8 maggio a Viareggio, dove si incontreranno tutte le amministrazioni toscane aderenti al progetto “Rifiuti Zero”, per invitare le amministrazioni della zona nord che hanno espresso la volontà di cambiare strategia».