GROSSETO – L’Aperitivo parla di Grosseto: è questa l’iniziativa del professore del Liceo scientifico di Grosseto Fabio Sonzogni, che ha organizzato un incontro virtuale che vedrà protagonisti gli studenti. Obiettivo? Capire cosa manca a Grosseto per renderla una città a misura di giovani.
Alle 19 il professore ne parlerà con cinque suoi studenti (Costanza Alocci, Tommaso Compagnucci, Viola Giannerini, Cristina Inchingolo e Francesco Papi) in diretta su online in.piazzer.it/APG
“Come titolo dell’incontro gli studenti hanno scelto “Una poltrona per le emozioni”, già indicativo per capire la loro richiesta – spiega Sonzogni -. Sono cinque ragazzi, tre femmine e due maschi, di 16/17 anni, quindi in piena adolescenza, quel periodo così decisivo per la costruzione della persona. Giovedì 15 aprile dalle 19 alle 20 presenteranno l’elenco di cosa considerano necessario per il loro cammino:
Punti di ritrovo (questo in generale è stato ribadito da tutti), come locali, parchi, luoghi chiusi, skate park
Impianti sportivi gratuiti
Cinema in zone centrali e che proiettino una gamma di film diversa (film d’autore…) da quelle già distribuite negli altri cinema
Piste ciclabili, che partano da zone anche periferico-rurali e giungano fin dentro il centro, in modo da permettere gli spostamenti anche ai non patentati ed in generale chiunque preferisca la biciclette all’auto
Locali adibiti all’insegnamento di discipline artistiche
Teatri con stagioni teatrali più vive e accattivanti
Proiezioni cinematografiche all’aperto
Strutture scolastiche aperte agli studenti nel pomeriggio
Ascoltiamo i loro bisogni, ascoltiamo le loro richieste dicendo loro: “Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”, come diceva Antonio Gramsci.
Diamo loro il coraggio di pensare (con la propria testa). Alziamo loro lo sguardo per vedere orizzonti più alti. Riaccendiamo la luce sul futuro che gli abbiamo spento. Assumiamoci la responsabilità di essere adulti capaci di condurre, indicando la strada. Stiamogli accanto solo per sostenerli non per giudicarli
Sono ragazzi curiosi, abbracciamoli di più, ricordiamo loro che esistono con corpo e anima”, conclude il professore.