GROSSETO – “Come Associazione degli artigiani abbiamo organizzato questa mattinata di confronto e di ascolto tra imprenditori e rappresentanti politici del nostro territorio, per garantire il nostro pieno sostegno ai ristoratori, agli estetisti e ai parrucchieri che rivendicano il loro diritto a lavorare” Cosi il presidente e il segretario di Confartigianato Grosseto, Gianni Lamioni e Mauro Ciani a margine della tavola rotonda che si è tenuta questa mattina nella sede di via Monte Rosa.
“E’ quasi un anno che a questi imprenditori, tra chiusure ed aperture, viene imposto di non lavorare – spiegano i vertici di Confartigianato – e questo senza che ci siano dei sostanziali benefici dal punto di vista della diffusione del Covid. Le piccole attività artigiane muoiono perché non possono fare fatturato mentre la curva dei contagi aumenta. Qualche cosa è andato storto. Non è nostra intenzione sottovalutare la grave emergenza sanitaria ma oggi è evidente che la modalità con la quale la pandemia è stata gestita sta smettendo in ginocchio interi settori; settori che si erano prontamente attivati per mettere in atto tutte le norme anti contagio, e che hanno sempre dimostrato la disponibilità a collaborare con le istituzioni”.
“Tutto questo sembra non essere servito perché il numero dei positivi aumenta mentre queste importanti attività, che negli anni hanno retto la nostra economia locale, sono messe in ginocchio e imprenditori, famiglie e dipendenti stanno aumentando il numero dei disoccupati. Il confronto che abbiamo organizzato questa mattina– concludono Lamioni e Ciani – è stato voluto proprio per trovare, assieme ai politici espressione della Maremma, possibili percorsi per evitare il definitivo tracollo di queste attività”
“I ristoratori maremmani sono scesi in piazza con l’ennesima manifestazione per chiedere la risoluzione di quelle tematiche ormai note ma purtroppo ancora esistenti”. – commenta Silvia Sarcoli una delle organizzatrici della manifestazione di Piazza Dante.
“Appare ormai evidente che a fronte della chiusura protrattasi da mesi non sia seguita un’inversione di tendenza nella curva di contagi, possiamo quindi affermare di non essere la fonte di contagio E potremmo addirittura spingerci oltre proponendo ci come soluzione: facendo da garante nell’osservanza di protocolli anti contagio creati dal governo. Infatti i nostri locali sono idonei a garantire il distanziamento ed il controllo delle norme previste, cosa che all’esterno e in private abitazioni non è possibile fare. Alla luce di queste considerazioni appare incomprensibile il perdurare dello Stato di chiusura che sta mettendo in ginocchio la nostra attività, visto che gli aiuti sono stati inadeguati inconsistenti e che non possono essere la soluzione dopo un anno di apertura intermittenti ma con i costi fissi rimasti intatti. Infatti le nostre aziende hanno sostenuto tutte le spese subendo chiusure imposte: affitti tari inps hanno continuato a correre indebitando ci sempre di più. L’incertezza sulla riapertura e la mancata stabilizzazione della sua durata non solo mette a rischio l’attuale forza lavoro( allo stremo come noi) ma ci rende impossibile programmare le nuove assunzioni egli investimenti per l’imminente stagione estiva esponendoci a rischio di non riuscire a garantire la sopravvivenza delle nostre attività e bloccando di fatto il lavoro di tutta la filiera che fa capo alla nostra categoria. Questo ci porta a comprendere come il superamento di colori sia necessario, visto che non ha apportato alcun beneficio se non quello di prolungare questa situazione estremamente le aziende. La possibilità di aspettare ormai venuta meno, le risorse sono finite e francamente la situazione nazionale non giustifica questo accanimento verso la nostra categoria. Chiediamo – conclude – pertanto che venga subito modificato questo status e dandoci la possibilità di riaprire anche a step, programmando già da ora la modalità che ci porterà ad un totale ritorno alla normalità, unica possibile soluzione per il nostro territorio”.