GROSSETO – Tornati operativi per il bene della comunità contro il Covid. Questo è il motivo che ha spinto alcuni medici e infermieri ritiratisi dall’attività per raggiunti limiti di età a rimettersi in gioco e offrire volontariamente la propria professionalità e competenza diventando vaccinatori.
Sono 8 medici e 1 infermiera a diventare parte attiva nella campagna di vaccinazione, andando a dare manforte al personale già impegnato dallo scorso dicembre in questa sfida che vede coinvolto tutto il sistema sanitario.
Ruoli diversi in ambiti diversi, ma allo stesso modo fortemente motivati a offrire il proprio contributo, di nuovo spalla a spalla con gli ex – colleghi per dare ancora più sprint alla campagna vaccinale.
La dottoressa Maria Di Cunto è stata direttore dell’Igiene Pubblica grossetana fino a qualche mese fa: “Sono andata in pensione pochi mesi dopo l’esplosione della pandemia e fino all’ultimo giorno ho fatto il massimo per dare il mio contributo nella sfida di cui in quel momento ne sapevamo ancora poco. Avrei voluto rimanere a ogni costo in servizio e quando si è presentata l’opportunità, non c’ho pensato due volte e ho fatto subito domanda. E’ stato naturale per me, i vaccini sono stati il mio pane quotidiano per più di 30 anni di carriera. Oltre che un atto civico, la scelta di offrimi per la vaccinazione è stata un dovere professionale, più siamo in questa attività, prima riusciremo ad uscire da questo incubo e tornare alla vita normale. Il lavoro di squadra di tanti professionisti non può che essere una carta vincente”.
Il dottor Paolo Barbafiera è stato medico di famiglia per 37 anni a Sticciano: “Visto il momento così difficile ho deciso di offrire il mio contributo per aiutare il Sistema Sanitario a uscire da questa situazione. Vaccinare più persone possibile è fondamentale per sperare di tornare a una qualità della vita, non dico pre Covid, ma più vicina possibile alla normalità. Svolgo la mia attività di volontario un giorno alla settimana nei limiti dei miei impegni per la gestione della famiglia, e ho già lavorato al centro vaccinale di Follonica, a Grosseto a Barbanella e per Pasqua sarò all’Aurelia Antica”.
Donatella Della Monica, infermiera al Misericordia per 40 anni: “Quando ho preso questa decisione, in tanti mi hanno chiesto ‘perchè?’ e io senza esitazione ho puntualmente risposto ‘perchè no?’. Dico sempre che chi è infermiere o medico non smette mai di esserlo, resta nel Dna e in momenti come questi non ci si tira indietro. L’ho fatto spontaneamente, anche se ho una mamma anziana da accudire, riesco a trovare il tempo da dedicare a questa attività. Ho lavorato come infermiera alla Asl di Grosseto per 40 anni, in Direzione sanitaria, al Rischio clinico e ho insegnato alla scuola di infermieristica, ho dato tanto, ma ho ricevuto altrettanto dalle persone che ho assistito, per questo mi è sembrato giusto tenere in vita il filo di continuità tra il mio passato e questo nuovo importante impegno”.
Il dottor Giorgio Invernizzi ha lavorato al Centro Trasfusionale dell’ospedale di Lecco: “Ero ancora un ragazzo quando i miei genitori mi portarono la prima volta all’Isola del Giglio negli anni sessanta. Da allora mi sono innamorato di questa isola tanto che abbiamo comprato casa e ormai passo più tempo qui che a Lecco. La pandemia ha messo a dura prova anche gli abitanti del Giglio, per questo che ho deciso di offrire il mio aiuto come medico vaccinatore ma anche come volontario della Misericordia”.
Il dottor Stefano Iozzi è stato chirurgo di Chirurgia generale all’ospedale Sant’Andrea di Massa Marittima: “Ho sempre fatto il volontario e visto che l’ho fatto per 10 anni in Africa ho sentito il bisogno di dare una mano anche in questa campagna vaccinale che è davvero importante per uscire dall’emergenza”.
Il dottor Valter Ricceri, medico di famiglia a Follonica ed ex responsabile cure primarie del Distretto sanitario delle Colline Metallifere: “Sono un medico e il dovere mi ha chiamato come volontario anche in questa occasione visto che avevo già lavorato alle fine del 1980 in Irpinia durante il devastante terremoto. Anche la pandemia Covid è una grave emergenza e i vaccini sono la strada per uscire da questa situazione. Ho già svolto 15 sedute, quasi tutte al centro vaccinale di Follonica e devo dire che quest’attività mi sta arricchendo sia dal punto di vista professionale che umano”.
La dottoressa Teresa Vetrugno di Orbetello è stata responsabile del Servizio di Prevenzione della Asl 9 prima e della Asl Toscana sud est dopo. “Ho visto che le strutture sanitarie nella nostra area potevano avere bisogno di più personale in questa fase delicata della vaccinazione e per questo ho offerto la mia disponibilità. Mi sono rimessa in gioco con grande piacere per aiutare chi già si sta facendo in quattro nella campagna vaccinale”.
Il dottor Franco Simoni ha rivestito il ruolo di responsabile Medicina dello sport nella Asl 9 di Grosseto fino al 2015: “Ritornare sul campo a confrontarmi con le persone e i loro problemi di salute, soprattutto della popolazione anziana, mi ha aiutato moltissimo. Non tanto per il fatto di sentirmi utile; non tanto per il rapido e proficuo ripasso di clinica medica e chirurgica; non tanto per aver verificato, ce ne fosse stato bisogno, una sanità pubblica eccellente. No, è stato utilissimo perché, come accadeva quando ero di medico di famiglia, mi sono messo nei panni di chi ha ricevuto il vaccino per capirne fino in fondo, in una sinergia empatica, le emozioni e sentirmi parte attiva di questa importante azione in cui credo fermamente”.
La dottoressa Maria Piera Riccardi, ex dirigente medico della Asl. “Mi ha spinto la voglia di essere utile, di non venire meno ad un senso di responsabilità. Questo perchè penso che come medico i vaccini sono una grossa opportunità per uscire il prima possibile da questo dramma”.
“La campagna vaccinale ha bisogno di tutti, ogni giorno – commenta il direttore generale, Antonio D’Urso – Questi professionisti confermano i valori che sono alla base del nostro lavoro: essere dalla parte delle persone e fare di tutto per tutelare la loro salute. La nostra è una vera comunità professionale legata non solo dall’iscrizione a un Ordine ma soprattutto dalla condivisione di valori etici”.
“Li ringraziamo perché si sono messi volontariamente a disposizione in una fase particolarmente delicata come quella attuale – conclude la direttrice sanitaria Simona Dei – Le persone, giustamente, chiedono di essere vaccinate prima possibile per difendersi dal Covid. Si stanno risolvendo i problemi legati alle quantità di vaccini disponibili e avere il numero necessario di vaccinatori, è la seconda condizione essenziale. Grazie, quindi, a tutti i medici e infermieri pensionati disponibili: la campagna riuscirà anche grazie a loro”.