CASTEL DEL PIANO – “Serve un Partito democratico più coraggioso e deciso, che sappia interpretare i bisogni della società e che capisca di essere nel ventunesimo secolo. Potremmo interpretare così i risultati venuti fuori dalla consultazione che il Pd di Castel del Piano ha messo in piedi per rispondere all’appello del segretario nazionale, Enrico Letta“, spiega Federico Badini, segretario dell’Unione Comunale Pd di Castel del Piano.
“Abbiamo organizzato quattro appuntamenti online per affrontare nel dettaglio ogni punto – prosegue -, chi non ha partecipato ha detto la sua o sul sondaggio online che avevamo preparato o scrivendoci per mail. Alla fine è emerso un quadro ben chiaro.
Il Pd deve tornare ad essere il partito dei territori, ascoltando le periferie non solo cittadine ma anche territoriali, come le nostre. Questo è necessario per confrontarsi con gli ultimi, coloro che la globalizzazione ha lasciato indietro, e con i penultimi, che anche a causa delle ineguaglianze portate dal Covid rischiano di perdere molto.
In questo discorso rientra la necessità di puntare su un nuovo ambientalismo che preveda il rispetto del territorio e un minore consumo di suolo, così come la lotta al dissesto idrogeologico. Sarà necessario anche interfacciarsi in un modo nuovo con i giovani e le donne: prima ascoltarli seriamente, con iniziative nuove, poi dire la nostra e lasciargli spazio.
Ci sono anche altri punti che sono venuti fuori con prepotenza: la centralità della scuola e del lavoro è imprescindibile. Come ci rivolgiamo agli studenti e agli insegnanti che usciranno dall’esperienza della DAD? Cosa diciamo a chi in queste settimane è alle prese con lo spettro della cassa integrazione? Come garantiamo la sopravvivenza delle piccole e medie imprese? Secondo noi un modello di collaborazione tra imprenditori e dipendenti è fondamentale. In questo senso è decisivo il ruolo dell’Europa, dove i vari nazionalismo devono essere messi da parte per dare spazio ad un federalismo che aiuti tutti a stare meglio, senza fare figli o figliastri.
Ovviamente ci sono altri argomenti: l’avvento del digitale, la sanità territoriale, le infrastrutture. Si è parlato praticamente di tutto.
Questi incontri sono stati prolifici: l’età media di chi ha partecipato è stata bassa e i messaggi che ne sono scaturiti dimostrano che c’è voglia di un cambiamento radicale sia a livello nazionale ma non solo. In questi anni, soprattutto dopo la sconfitta elettorale di due anni fa, abbiamo deciso di intraprendere questa strada e intendiamo mantenerla.
Per fare questo – conclude Badini – c’è bisogno di una collaborazione che vada oltre i confini territoriali ma anche di nuove forze. È tempo di dare qualcosa di diverso all’Amiata, noi stiamo provando a farlo”.